Sordomuto, è rimasto a lungo in coma prima di riprendersi dalle ferite riportate
Il 25 luglio Hasib Omerovic si è lanciato dalla finestra del suo appartamento al secondo piano nel quartiere Primavalle a Roma, non per suicidarsi, ma a causa delle “gravi condotte poste in essere nei suoi confronti dall’agente Pellegrini all’atto dell’intervento compiuto dagli appartenenti al Commissariato”. Lo scrive il Gip del tribunale di Roma nell’ordinanza con la quale, ieri sera, la squadra mobile ha arrestato l’agente Andrea Pellegrino per tortura e falso ideologico. Nella vicenda sono coinvolti altri 4 agenti tutti indagati, a vario titolo, per falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e depistaggio.
Omerovic, sordomuto, è rimasto a lungo in coma prima di riprendersi dalle ferite riportate. Il 25 luglio nell’abitazione di via Gerolamo Aleandri, a Primavalle, gli agenti sono intervenuti a seguito di segnalazioni su Facebook in cui si paventavano presunte molestie verbali da parte di Omerovic nei confronti di ragazze del quartiere. “Seppur l’intervento presso l’abitazione di via Gerolamo Aleandro possa ritenersi (inizialmente) legittimo in quanto finalizzato, in un’ottica preventiva da parte degli agenti di polizia – si legge nell’ordinanza- questa attività è stata svolta con modalità del tutto anomale, e, quantomeno da un certo momento in poi, strumentalizzata con conseguente violazione dei doveri e abuso e travalicamento della funzione in particolare da parte dell’assistente capo Pellegrini”. Una condotta subita da Omerovic “che lo hanno evidentemente traumatizzato e terrorizzato a tal punto da indurlo a trovare in qualche modo, versando in uno stato di forte sconvolgimento della libertà morale e di autodeterminazione, una via di fuga (o comunque un riparo) dalla finestra, sebbene posta a circa otto metri di altezza, al fine di sottrarsi alla situazione di assoggettamento dovuta alle plurime e ripetute violenze e minacce che stava patendo e che verosimilmente temeva di dover continuare a patire e di cui non ne comprendeva le ragioni”. Il Gip specifica che Pellegrini “non ha avuto alcuna remora di fronte ad un ragazzo sordomuto e una ragazza con disabilità cognitiva”; la sorella era presente nell’appartamento “compiendo ripetuti atti violenti, sia sulla persone che sulle cose e gravemente minatori, così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo”. La ricostruzione dei fatti è meticolosa.
L’agente è entrato “all’interno dell’abitazione, immediatamente e senza alcun apparente motivo” ha colpito Omerovic “con due schiaffi nella zona compresa tra il collo e il viso, contestualmente rivolgendo al suo indirizzo, con fare decisamente alterato, la seguente frase: ‘non ti azzardare mai più a fare quelle cose, a scattare foto a quella ragazzina’ ” e dopo avere impugnato “un coltello da cucina, lo brandiva all’indirizzo” dell’uomo. Pellegrini ha poi sfondato la porta della stanza da letto di Omerovic, sebbene quest’ultimo “si fosse prontamente attivato per consegnare le chiavi”. Una volta dentro la stanza ha costretto il 38enne a sedere su una sedia e dopo avere strappato un filo della corrente del ventilatore “lo utilizzava per legare i polsi di Omerovic brandendo” ancora una volta “all’indirizzo dell’uomo il coltello da cucina, minacciandolo, urlando al suo indirizzo la seguente frase ‘se lo rifai, te lo ficco nel c…’ e “lo colpiva nuovamente con uno schiaffo e continuava ad urlare nei suoi confronti, dicendogli ripetutamente ‘non lo fare più’ “.