Vanno per le lunghe i lavori di ripristino dei locali in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. Passano i mesi e il tanto sbandierato ristorante Cracco resta chiuso.
Il mio bagno, il mio living, ma… ma, la mia cucina dov’è? Anzi il mio ristorante:
Cracco in Galleria dov’è?
E, il bello è, egregio onnipresente super chef che questa stessa domanda se la pongono un po’ tutti: milanesi, turisti, fan, curiosi/golosi e persino giornalisti. Quel next opening 2017 ci aveva dato tante speranze e relativo lustro al Salotto di Milano. Si son scritti un sacco di articoli per quella lontana aggiudicazione da parte sua dei locali in questione. Era il 2015 e lo stesso ufficio stampa del Comune fece un gran battage. Le vetrine furono presto “oscurate” e l’attesa incominciò.
Dice bene lei chef Cracco: “non sappiamo ancora nulla…è un lavoro importante e lungo…il restyling sarà impegnativo…” Certo che non è cosa da fare in quattro e quattrootto ma vedere da così tanto tempo l’incisione Mercedes-Benz resistere, sempre più impolverata, sulla soglia del presunto ingresso al futuro Ristorante Cracco è quanto meno una caduta di immagine (e di strategia comunicativa) che a lei e al suo staff non si può perdonare e che, per di più, mette tanta malinconia!
In effetti quei locali sono stati, per anni, occupati dal famoso marchio automobilistico tedesco che, al pari di tanti suoi omologhi (Ferrari, Maserati…) faceva gran commercio di gadget, magliette e portachiavi. Probabilmente quegli incassi non erano all’altezza del nuovo canone d’affitto preteso. Per raccogliere i 1.090.000 euro/anno necessari ci vuole un’icona che affascini e trascini le masse. E il nome Cracco pesa, evidentemente di più, di quello del marchio tedesco.
Circa 1.200 mq posti su 5 livelli e destinati a funzioni diverse solleticano la curiosità di molti. Ma, altrettanto, siamo incuriositi dal silenzio che ci avvolge passando davanti alle “vetrine” ancora mute e cieche. Sicuramente ci starà riservando degli effetti (e delle portate) straordinarie ma le vediamo slittare sempre più in là. Qualcuno comincia a improvvisare possibili aperture che però non indicano ne’ data ne’ mese ma, solamente, l’anno: 2018.
Mi permetta solo un suggerimento da parte di una milanese orgogliosa delle eccellenze cittadine: Chef Cracco faccia mettere almeno uno stuoino a copertura del marchio della passata gestione!