Dopo i 4 arresti di ieri per l’aggressione del 16 giugno ai danni dei ragazzi dell’associazione Cinema America, e l’aggressione la scorsa notte vicino all’Arena dell’ex ragazza del presidente dell’Associazione ‘Piccolo America’, Valerio Carocci, le indagini proseguono allo scopo di individuare anche gli altri soggetti eventualmente coinvolti. L’indagine della Digos era iniziata acquisendo e visionando tutte le immagini riprese nei luoghi di Trastevere, teatro dell’aggressione.
I volti ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, però, non erano riconducibili a persone note e, quindi, gli agenti hanno avviato una seconda fase di ricerca e sono risaliti a uno degli autori dell’aggressione. Una serrata attività sul web, per ricostruire la sua rete di amicizie, ha consentito poi di individuare altri artefici dell’aggressione che, appena hanno avuto il sentore di poter essere scoperti, hanno oscurato i loro profili web.
Nel dettaglio gli identificati e denunciati per lesioni aggravate sono 4 uomini, militanti nei gruppi di destra di Blocco studentesco e Casapound. Il più anziano, B.S., classe ’81, parrucchiere in zona Casalotti, quella sera era a Trastevere per festeggiare il suo addio al celibato, ma di fatto dalle indagini emerge che sarebbe stato il fomentatore dell’aggressione. C.M., del ’96, con precedenti di polizia per danneggiamento, interruzione di pubblico servizio, e resistenza a pubblico ufficiale, militante di Blocco Studentesco, avrebbe sferrato la testata al giovane Habib David. V.M., classe ’96, anche lui con numerosi precedenti, e sottoposto a daspo, avrebbe colpito con una bottigliata Valerio Colantoni. Infine M.A. , classe ’96, militante di Casapound, con precedenti per lesioni e violenza privata.
Le perquisizioni realizzate dalla Digos, presso le abitazioni dei 4 aggressori, hanno portato al rinvenimento degli indumenti utilizzati durante la notte del 16 giugno, e a una serie di segni distintivi, chiaramente riconducibili all’appartenenza dei quattro agli ambienti della destra di Blocco studentesco e Casapound. Agli arrestati sono stati sequestrati i cellulari per esaminare tutte le conversazioni, contemporanee e postume all’aggressione del 16 giugno scorso.