Almeno tremila le firme raccolte al farmer's market a via di San Teodoro gestito da Campagna Amica. Gli agricoltori: "Il Comune ci ha avvisato solo venerdi alle 21, più di 200 persone rischiano il lavoro
Sono più di tremila le firme raccolte dalla Coldiretti al Circo Massimo, contro la chiusura dello storico mercato a km 0 di Campagna Amica a Roma. Da sabato è vietata, infatti, la vendita perché a fine gennaio è scaduta la concessione e il Campidoglio non ha voluto concedere la proroga in attesa del bando che dovrebbe essere pubblicato a marzo.
“Sono a rischio i posti di lavori di 200 persone – dice uno degli agricoltori coinvolti – Siamo stati avvertiti venerdì sera alle 21. Quindi tardissimo. Così sabato mattina siamo arrivati qui per vendere la nostra merce, ma questo non è stato possibile. I nostri prodotti a quel punto sono andati in beneficenza”.
Il vice sindaco Luca Bergamo ha assicurato che una soluzione sarà trovata, gli agricoltori sperano che nei prossimi giorni arrivi una proroga. “Parteciperemo al bando, ma chiediamo che in attesa che sia pubblicato ci ci sia concessa una deroga. Trasferirci in altri mercati non è per nulla facile. Ci sono tutte le attrezzature da spostare, come i frigoriferi – dice un allevatore che vende carne – E poi la gente viene qui perché conosce i nostri prodotti, si è fidelizzata”.
Ora il Comune di Roma dovrà fare un bando, ma di che tipo sarà? Sarà per attività collegate ai farmers’ market, oppure per attività commerciali in genere? L’area, a poche decine di metri dal Circo Massimo, rischia di scatenare appetiti speculativi.
Sono stati sfrattati dal mercato anche gli agricoltori terremotati delle campagne laziali e bloccata la vendita delle “caciotte solidali” realizzata dal latte degli allevamenti sopravvissuti di Norcia, Leonessa e Amatrice.
Tra i tanti agricoltori a protestare al mercato c’è Barbara Stocchi allevatrice di Leonessa con il magazzino di stagionatura dei formaggi inagibile e Rita Santi di Accumuli. Barbara ha visto letteralmente crollare il laboratorio di trasformazione e il forno in cui cuoceva le sue golosità il giorno stesso del sisma e pur di continuare a produrre i suoi biscotti si è messa con grande determinazione in cerca di un altro forno, trovandolo e riuscendo a far ripartire l’attività.