Il Conclave del dopo Francesco. Ancora tutto in ballo, ma i cardinali si confrontano

I cardinali stanno arrivando a Roma e nelle Congregazioni delineranno la loro visione di Chiesa. Gli italiani favoriti in caso di un Conclave veloce

photo credit: Adnkronos

Parlare di veri ‘papabili’ è impossibile ad oggi. I veri giochi si faranno nelle congregazioni generali che procederanno il Conclave. I cardinali stano arrivando in queste ore a Roma, dunque chi pensa che i giochi in qualche modo siano fatti, con una lista di di porporati in pole position, potrebbe essere facilmente smentito.

Il ruolo delle Congregazioni

Nelle Congregazioni, soprattutto quelle dopo il funerale, i cardinali avranno modo di spiegare il loro modo di vedere la Chiesa del futuro. I 135 cardinali elettori, di cui 108 nominati da Francesco, arrivano da tutto il mondo, ma una cosa è certa: la Chiesa guarda sempre più ad est, anche se aumentano le chance di chi arriva dall’Europa dell’est.

Un Conclave non lungo per gestire il Giubileo 

Ad oggi, la voce che circola in Vaticano, è di un Conclave non lungo. Nei fatti, i primi quattro mesi del Giubileo non hanno visto un Papa presente, e bisogna che il nuovo pontefice si sia pienamente insediato per metà maggio per il Giubileo delle Confraternite, a cui seguirà il 24 maggio quello dei bambini, e il 30 maggio quello delle famiglie. Momenti cruciali in vista del grande Giubileo dei Giovani a cavallo di luglio e agosto.

Gli italiani favoriti? Il ruolo degli americani

Gli italiani al momento partono come favoriti, pensiamo al cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, o al presidente della Cei Matteo Zuppi, o ancora al patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa. Sarebbe la soluzione più a portata di mano, proprio per accelerare i tempi. Ma appunto il Conclave è in stragrande maggioranza bergogliano, e Francesco aveva in qualche occasione detto che la Chiesa del futuro dovrà guardare ad est. Il cardinale filippino Luis Tagle appare in questa logica preferito, ma su di lui pesa il commissariamento di Caritas Internationalis, di cui Tagle è stato presidente, per problemi gestionali. A livello europeo molto apprezzato è l’arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, considerato in qualche modo un erede di Giovanni Paolo II. Bisognerà però capire quale ruolo giocheranno i cardinali americani, che furono fondamentali nell’eleggere proprio Bergoglio e che sono tra i maggiori contributori economici del Vaticano, ma ad oggi appaiono divisi. 

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014