Supera i 30 mila ettari (23,54%), circa 3.600 volte l’area del Circo Massimo, la superficie di territorio che risulta “consumato” nella Città Eterna e di questi oltre il 92% è irreversibile. E’ quanto emerge dallo studio di Ispra e Roma Capitale presentato oggi in Campidoglio.
L’indagine, a doppia firma Roma Capitale e Ispra, ha coinvolto 4 volontari per 12 mesi e per oltre 6 mila ore di attività. “Consumato anche il 13% delle aree romane a massima pericolosità idraulica del quale oltre l’80% è irrecuperabile”, si legge nel resoconto dello studio.
Dallo scudo merge inoltre che sono 71.500 le persone che a Roma abitano in zone a rischio esondazione.
In città inoltro ammontano a oltre 6mila ettari le aree caratterizzate dalla ‘massima pericolosità idraulica’, nei pressi dei fiumi Tevere e Aniene e dei corsi di acqua minori.
Si tratta di zone di esondazione con un tempo di ritorno di 50 anni, dove risultano consumati più di 800 ettari e abitano circa 13.500 persone. Le altre aree a “massima pericolosità idraulica legate ai canali di bonifica” coprono 3.000 ettari si trovano tra Ostia, Acilia, Malafede, Infernetto e Ponte Galeria. Qui è interessata una popolazione di 58 mila abitanti. In tutto si tratta di 71.500 cittadini.