La consigliera si schierò contro lo stadio a Tor di Valle. "Ho sempre tenuto la schiera dritta e ho mantenuto fede alle promesse e ai patti con i cittadini romani" scrive su Facebook
“Esclusione della consigliera Cristina Grancio da gruppo capitolino Movimento 5 stelle. Così finisce la storia di pagina politica romana, che ci racconta due cose. La prima è che il M5S deve ancora imparare tutto in tema di democrazia e rispetto per le persone che manifestano correttamente idee anche diverse, ma collaborative. La seconda cosa vale per me e ne sono fiera: ho sempre tenuto la schiena dritta e ho mantenuto fede alle promesse e ai patti con i cittadini romani. Ora proseguo il mio compito del gruppo misto”. Lo scrive su Facebook la consigliera capitolina Cristina Grancio.
“Tengo però a ricordare che: tutto ha inizio con il tavolo urbanistica comunale al quale mi dedico per tre anni fino al 2015, quando partecipo alle comunarie. Vengo eletta nel 2016 consigliera comunale M5S e nominata vicepresidente della commissione Urbanistica. Difendo la posizione presa in campagna elettorale sullo ‘stadio si’, ma non a Tor di Valle, coerente col programma di urbanistica. Nella commissione urbanistica che esprimeva parere positivo per la realizzazione dello stadio a Tor di Valle – scrive Grancio – esprimo perplessità sulla proprietà dei terreni ed altro ancora, e non partecipo alla votazione in commissione e in consiglio, proprio per non assumere una posizione politica contraria al mio gruppo. Per questa mia posizione di suggerimento alla prudenza e all’approfondimento dei fatti, immediatamente dopo la riunione in commissione vengo sospesa. Il M5S giudica e motiva con implausibili ipotesi (espresse peraltro tutte con verbi al condizionale) ‘grave mio comportamento’. Decido di difendermi da quella che reputo una grave ingiustizia nella sede più opportuna: il tribunale civile.Vengo materialmente isolata dal gruppo M5S con l’estromissione dalle chat e subisco quello che di fatto viene definito mobbing”