Accademia delle Belle Arti, Centro per la fotografia, facoltà di architettura di Roma Tre. I progetti culturali per l’ex Mattatoio di Testaccio sono molteplici, per questo complesso che ha un’estensione di 25 mila quadri. Ma basta dare un’occhiata alle strutture per capire che il recupero totale è ancora lontano. Nel frattempo è diventato luogo di dimora per senzatetto e sbandati.
Quasi 50 anni di abbandono per l’ex Mattatoio
Il complesso fu edificato a fine ‘800, tra via Beniamino Franklin ( l’ingresso principale è a piazza Giustiniani), lungotevere Testaccio (qui era collocato un padiglione adibito inizialmente a dazio per il controllo ed il peso del bestiame), via Aldo Manuzio e viale del Campo Boario (dove veniva mercanteggiata la carne). Nel 1975 venne chiuso e lo spazio rimase inutilizzato fino a inizio 2.000, e ora finalmente alcuni padiglioni sono stati riutilizzati per mostre, dall’università Roma Tre, per presentazioni e biblioteche (vedi la ex Pelanda dei suini).
Panni e suppellettili dei senzatetto
Alcuni edifici nel centro del complesso furono ristrutturati prima della pandemia, per farne probabilmente dei ristoranti. Rifatti i locali, le attività commerciali non partirono, e ora quegli spazi sono diventati luogo di dimora per homeless. C’è chi ha messo dei separè, chi ha steso i panni, chi utilizza come guardaroba le vasche che una volta venivano usate per lavare. Ma come è possibile che questo sia avvenuto? Nella struttura infatti c’è un servizio di vigilanza che dovrebbe evitare accessi ‘impropri’.
Fermi i lavori in due padiglioni
Il rischio è che vengano occupati anche due padiglioni, i cui lavori erano iniziati a metà 2020, per essere conclusi dopo 180 giorni, ma il cantiere è fermo da mesi. Insomma, l’ex Mattatoio di Testaccio deve ancora aspettare per un vero rilancio.