Grillo a Raggi: colpisci forte. Salvini: ora giudichino i cittadini

Ma il Pd torna all’attacco chiedendo le dimissioni. No comment dall’ex capo gabinetto Raineri.

Da Grillo e Di Maio che la spingono ad andare avanti con ancora più convinzione fino a Salvini (“ora giudichino i cittadini”) passando per il Pd, che le chiede lo stesso un passo indietro (“città allo sbando”) anche se la temuta condanna non è arrivata.

E’ un fiume di dichiarazione quello innescato dall’assoluzione della prima cittadina di Roma. I 5 stelle tirano un sospiro di sollievo, scacciando il fantasma dell’addio al Campidoglio, mentre nel loro mirino finisce la stampa (“sciacalli” accusa Di Maio) e si moltiplicano i commenti tra pro e contro Raggi, per una delle sentenze che ha tenuto col fiato sospeso la politica italiana.

La prima a festeggiare, com’ è ovvio, è Virginia Raggi che post assoluzione si dice subito pronta a condurre con “maggiore determinazione” il progetto politico che nel 2016 l’ha portata alla guida della Capitale. La sindaca ha chiarito di non provare rancore per nessuno, augurandosi che la sua vicenda sia un’occasione per riflettere sul fatto che “il dibattito politico non deve trasformarsi in odio”.

Anche se a caldo, subito dopo il pronunciamento del giudice, si è sfogata: “Finiscono due anni in cui sono stata mediaticamente e politicamente colpita con una violenza inaudita e con una ferocia ingiustificata”. Ma ora c’è già chi parla di un rimpasto di giunta che non viene escluso neanche dagli esponenti pentastellati.

“Colpisci forte mentre riprendono fiato” è l’incoraggiamento di Beppe Grillo alla sindaca. No comment sull’assoluzione da parte dell’ex capo di Gabinetto Carla Raineri: “Sull’esito del giudizio non mi pronuncio, perché la decisione del Tribunale attiene a fatti che non mi riguardano personalmente, peraltro occorsi dopo le mie dimissioni” ma si è però di nuovo difesa: “Ritengo invece doveroso replicare alle dichiarazioni spontanee rese dal sindaco all’esito della mia testimonianza, perché connotate da numerose falsità. Le mie dimissioni, come credo sia ormai noto a tutti, non sono state affatto dettate da ragioni economiche e rammento ancora una volta che fu proprio il Sindaco a determinare il mio emolumento, pari a quello che percepivo come magistrato”.

L’alleato di governo, Matteo Salvini, lancia la palla ai romani: “è buona notizia, ora i romani giudicheranno l’amministrazione dei 5 Stelle in base a come è messa Roma. È giusto che non siano le sentenze e i magistrati a decidere chi governa e chi va a casa”.

Chi non molla, nonostante un esito giudiziario diverso da quello sperato, è il Partito Democratico: “L’assoluzione del tribunale non cancella la condanna della città! Roma grida ad una sola voce: dimissioni” ribadisce il capogruppo capitolino Pd, Giulio Pelonzi.

“Aspettavamo questa sentenza con trepidazione. E sono contento per il risultato. Ritengo che sia stata fatta giustizia. Da domani saremo ancora più impegnati di prima per incidere per i cambiamenti che servono alla città” esulta anche Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della Raggi, in un primo tempo anche lui coinvolto nell’inchiesta nomine. Romeo da ottobre è capo staff dell’assessore alla Mobilità Linda Meleo. Anche i colleghi del Campidoglio ribadiscono il loro sostegno: “Molto rumore per nulla” dice su fb l’assessore allo Sport, Daniele Frongia.

C’è poi chi – per ora unico caso in Italia – è stato colpito in prima persona dal codice etico dei 5 Stelle, visto che è stato cacciato dal Movimento per non aver comunicato ai vertici di essere sotto indagine: è il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. Da lui solidarietà alla Raggi (“sono sinceramente soddisfatto per l’assoluzione”) e una stoccata a Di Maio in difesa della stampa: “Parole folli che non dovrebbero mai uscire dalla bocca di un ministro della Repubblica. Per quanto mi riguarda, resto sempre dalla parte della libera stampa”.

E, infine, c’è chi, finita la tormentata vicenda giudiziaria, ricorda che nelle prossime ore i romani avranno avanti un’altro appuntamento decisivo. Questa volta non in tribunale ma nelle urne: “Ci felicitiamo con la cittadina Raggi per l’assoluzione – dice il deputato radicale di +Europa Riccardo Magi, promotore del referendum per la messa a gara del traposto locale a Roma – i romani hanno domani la possibilità di esprimersi democraticamente con la partecipazione popolare e dare un contributo reale al rilancio di Roma andando a testa alta a votare il referendum”.

© StudioColosseo s.r.l. - studiocolosseo@pec.it
Il Sito è iscritto nel Registro della Stampa del Tribunale di Roma n.10/2014 del 13/02/2014