Il Cpr a Ponte Galeria l’unico nel Lazio, dure condizioni di vita per i migranti

Nel Lazio non è previsto un nuovo Centro di permanenza per il rimpatrio, ma nella struttura a Ponte Galeria potrebbe essere ristrutturata la zona femminile

Il Cpr di Ponte Galeria
Il Cpr di Ponte Galeria

Per il Lazio non sono previsti nuovi Cpr, Centri di permanenza per il rimpatrio. Semmai l’unico presente, quello di Ponte Galeria, a due passi da Roma, potrebbe essere in parte ristrutturato, ripristinando la sezione femminile, ora in disuso. Ad oggi ospita una novantina di uomini e cinque donne.

Detenzione camuffata 

Basta leggere la descrizione sul sito del Garante dei detenuti del Lazio per capire che già adesso si tratta di una sorta di detenzione camuffata: “Nella zona maschile alle barre di ferro sono stati aggiunti dei pannelli in spesso vetro per limitare ulteriormente eventuali tentativi di evasione o di sommossa”. Niente palestra, niente teatro, campo di calcetto e pallavolo inutilizzato, dunque gli ‘ospiti’ sono relegati alla noia più totale al Cpr di Ponte Galeria. Il Garante dei detenuti Stefano Anastasia ci dice: “Chi ci va ed è già andato in carcere non fa altro che rimpiangere il carcere”.

Nel CPR sequestrati i cellulari dei migranti 

Dal febbraio 2022 si è insediato il nuovo ente gestore la Ors Italia parte della multinazionale Ors Group, con sede centrale in Svizzera. Una gara vinta al massimo ribasso. Per il Garante dei detenuti a Ponte Galeria “rimane un problema fondamentale l’accesso alla corrispondenza con l’esterno per i trattenuti. Motivo di profonda frizione e particolare malcontento tra i trattenuti e la struttura di gestione, è il sequestro dei cellulari al momento dell’ingresso nel settore maschile – al femminile i cellulari sono trattenuti e sostituiti con cellulari senza telecamera e connessione internet”.

I nuovi Cpr pronti in un paio di mesi

A livello nazionale, dovrebbe e essere pronto nel giro di un paio di mesi il piano per la costruzione di nuovi Centri di permanenza e rimpatrio, i CPR che ha avuto  il via libera del Consiglio dei ministri. I centri attualmente in funzione sono 10: considerato che l’obiettivo tendenziale – ribadito dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – e’ di averne almeno uno per ogni regione, il loro numero va di fatto raddoppiato”. Piantedosi ha tenuto a sottolineare che “di fronte all’aumento della pressione migratoria e alla necessita’ di garantire un maggior numero di espulsioni ‘ce lo chiede anche l’Europa’ da alcune settimane era gia’ in atto la valutazione di strutture adatte allo scopo ma ora il coinvolgimento della Difesa, con il ruolo operativo affidato al Genio militare, impone una accelerazione dei tempi”. I nuovi Cpr dovrebbero sorgere in zone “scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili”.

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