In questi giorni il roseto comunale è un’esplosione di colori, fragranze, profumi. Il roseto che sorge al Circo Massimo ha riaperto, e lo sarà fino al 16 giugno, dalle ore 8.30 alle 19.30. Un vero gioiello in una Roma che ha tanta, troppa difficoltà a gestire il verde pubblico.
Circa 1.100 le varietà presenti. Una delle più prestigiose collezioni botaniche di rose al mondo, che permette di ripercorrere la storia e l’evoluzione della rosa dall’antichità ai giorni nostri.
Gli esemplari coltivati provengono dall’Estremo Oriente sino al Sud Africa, dalla Vecchia Europa sino alla Nuova Zelanda, passando per le Americhe. Sono presenti specie primordiali (rose botaniche) che risalgono a 40 milioni di anni fa, molto pregiate.
Il Roseto ospita il Concorso Internazionale Premio Roma, riservato alle più belle nuove varietà di rose e si svolge ogni anno nel mese di maggio. L’evento apre la stagione internazionale delle manifestazioni dedicate alla coltivazione di questo fiore. Un avvenimento di grandissima importanza nel campo botanico.
Il Roseto comunale di Roma, unico al mondo per la sua spettacolare posizione, è alle pendici dell’Aventino, appena sopra il Circo Massimo. Di dimensioni contenute, offre una magnifica vista che spazia dal colle Palatino, al campanile di S. Maria in Cosmedin, alla cupola della Sinagoga, al Vittoriano, fino ad arrivare all’osservatorio di Monte Mario. Fin dal III sec. a.c. il luogo in cui sorge il roseto era dedicato ai fiori. Tacito, negli Annales, parla di un tempio dedicato alla dea Flora, i cui festeggiamenti, “floralia”, si svolgevano in primavera nel Circo Massimo.
L’idea di un roseto a Roma si deve all’interessamento della Contessa Mary Gailey Senni. Americana di nascita, si sposò con un conte italiano e rimase a vivere in Italia. Donna dal carattere deciso e caparbio dovette lottare non poco per vedere realizzato il suo progetto. Nel 1932 fu aperto il roseto sul colle Oppio.
Il luogo fu scelto perché vi si trovava già una raccolta di numerose piante di rose provenienti dal Vivaio del Governatorato. La contessa partecipò a tutte le fasi di realizzazione del roseto, e fu anche l’artefice della sua promozione all’estero. L’anno seguente l’apertura, fu istituito il “Premio Roma”, (secondo al mondo per costituzione, preceduto solo da quello di Bagatelle, vicino Parigi) di cui fu la curatrice ed al quale partecipò per molti anni come componente della giuria.