‘Chiusi a chiave’ negli armadi di intelligence, procure, ministeri, Camere, continuano ad esserci migliaia e migliaia di documenti secretati sui tanti misteri che hanno segnato la storia d’Italia: da Moro a piazza Fontana, da Gladio alla strage di Bologna, da Ustica a Peteano. Oggi il Senato inizia ad aprire i suoi cassetti divulgando ben 130mila pagine classificate acquisite nel corso degli anni dalla Commissione parlamentare d’inchiesta su terrorismo e stragi. Direttive sono state firmate di tre presidenti del Consiglio – Romano Prodi, Matteo Renzi e, da ultimo, Mario Draghi nell’agosto scorso – per dare impulso all’imponente opera di desecretazione degli atti su alcune delle pagine piu’ nere della Repubblica. Ma con scarsi effetti: burocrazie, farraginosita’ procedurali e mancanza di volonta’ hanno fatto si’ che il processo camminasse “a passo di bradipo”, come lamenta il senatore Gianni Marilotti (Pd), presidente della Commissione per la biblioteca e archivio storico del Senato.
Tanto che il Copasir ha da poco avviato un’indagine conoscitiva sul tema anche per suggerire eventuali miglioramenti della disciplina. Per aprire gli archivi del Senato e’ stata utilizzata una ‘chiave’ particolare. “Abbiamo fatto passare il messaggio – informa Marilotti – che anche gli atti classificati sono beni culturali e dunque vale la regola, che il Governo ha accettato, dei 50 anni per la loro divulgazione. Passati i 50 anni le carte classificate possono essere ‘coperte’ solo dal segreto di Stato, il resto lo renderemo fruibile. Noi abbiamo iniziato col materiale acquisito dalla commissione parlamentare stragi presieduta dai senatori Giovanni Pellegrino e Libero Gualtieri e la Camera potrebbe fare un percorso analogo per le commissioni presiedute da deputati”. Tra gli ostacoli frapposti alla desecretazione il senatore cita anche un regolamento dell’intelligence, ovviamente anch’esso secretato.
“Io – afferma – ho suggerito al Copasir di fare richiesta di accesso al documento, perche’ nessun regolamento puo’ prevalere sulla legge”. Ci sono poi le carte che originano dai Governi di altri Paesi o dalla Nato, per le quali e’ bene non nutrire molte speranze. “Non rispondono neanche alle richieste”, spiega l’ex magistrato e senatore Felice Casson, che si e’ spesso scontrato con il muro deli documenti ‘top secret’. I primi materiali che saranno resi disponibili dall’Archivio di Palazzo Madama sono 338 documenti relativi al caso Moro ed una prima tranche dei circa 150 dei filoni Gladio e strage di Peteano per un totale di 1.900 pagine. Si tratta di carte acquisite dalla Commissione terrorismo e stragi: diverse riguardano il ritrovamento del memoriale di Aldo Moro in via Monte Nevoso a Milano; ci sono poi atti del processo Moro ter, materiale inviato dalla Rai, documenti consegnati dal fratello dello statista democristiano, il magistrato Carlo Alfredo e dalla figlia Maria Pia. Per quanto riguarda Gladio sono disponibili circolari del ministero della Difesa del 1950, documentazione dagli archivi nazionali degli Stati Uniti, relazioni dell’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti.
Chi e’ interessato ad approfondire questi fatti puo’ ora fare visita all’Archivio storico del Senato per accedere ai documenti che continueranno via via ad essere resi pubblici dopo un vaglio sulle parti ancora da mantenere coperte.