Sembra scongiurato il rischio che al posto dello storico Caffè Greco di via Condotti i cittadini trovino una jeanseria, e che invece del teatro Salone Margherita ci sia magari un negozio di paccottiglia spacciata per souvenir di Roma. Stando a quanto scrive ‘Il Messaggero’, l’iter di riconferma del decreto di vincolo è completato, come confermano al giornale anche fonti del ministero dei Beni Culturali ed Ambientali: il decreto del 1953 è stato riconfermato. La vicenda del locale di via Condotti, a due passi da Piazza di Spagna, le cui mura sono di proprietà dell’Ospedale Israelitico, ruota attorno alla richiesta d’aumento del contratto d’affitto, scaduto, e all’interesse di nuovi soggetti per la gestione dell’esercizio pubblico. Ma anche qualora i gestori dovessero cambiare, l’attività dovrà rimanere la stessa: caffè, cappuccini, paste e quant’altro, nella splendida cornice che romani e turisti conoscono bene.
Anche il Salone Margherita, conosciuto dai più per i recenti spettacoli di satira politica, e messo in vendita dalla Banca d’Italia, che ne ha la proprietà, può tirare un sospiro di sollievo. Il compratore dovrà, sempre in forza del decreto del ’53, mantenerlo come teatro, senza cambiare non solo l’uso, ma nemmeno il tipo di arredo.
Ed anche il ristorante Vero Alfredo, sotto i portici di piazza Augusto Imperatore, è ‘salvo’: viene confermata la tutela di tutta la struttura. E così possono tirare un sospiro di sollievo non i nostalgici del passato, ma chi sostiene che il tessuto di una città, economico, culturale, architettonico, va certamente rinnovato ma senza perdere l’anima della storia cittadina.