Riguardo agli incendi che si sono verificati recentemente a Roma “non si può e non si deve escludere nulla. In passato ci sono state situazioni particolari in cui era evidente l’origine dolosa. Quindi ben vengano le indagini”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri in una intervista al quotidiano “La Repubblica Roma”.
“Abbiamo fatto un lavoro enorme sulla cura del verde pubblico – ha aggiunto il sindaco – e sulla bonifica delle minidiscariche di rifiuti da decenni presenti sul territorio comunale: ne abbiamo eliminate 120. Gli incendi di questi giorni mettono in luce due altri problemi, anch’essi antichi e molto più difficili da risolvere: le discariche o le situazioni di incuria presenti sui terreni privati, come nel caso di Ponte Mammolo, e i piccoli e medi accampamenti di persone senza fissa dimora. Ci sono poi la siccità e le ondate di calore che amplificano la velocità di propagazione degli incendi”, ha concluso.
Intanto la richiesta di alzare il livello di attenzione arriva anche dagli agricoltori.
Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo, in una nota dichiara: “Letteralmente una estate di fuoco per il territorio di Roma e della sua provincia: una questione delicata e complessa, quella degli incendi, una vera e propria emergenza che più in generale interessa purtroppo tutto il nostro paese”. “Dopo i devastanti roghi a Ponte Mammolo e Monte Mario – aggiunge – e dopo gli incendi dei giorni scorsi in alcune zone della area metropolitana – ad esempio sul Monte Tuscolo e in diversi punti dei Castelli Romani – politica, istituzioni e comunità hanno riacceso i riflettori mediatici su questa annosa realtà: mano umana, caldo torrido, incuria, criminalità, cambiamento climatico, carenza di monitoraggio? Le cause degli incendi sono sì molteplici ma, a giudizio di Confeuro, è chiaro ed evidente quanto sia necessaria un approccio maggiormente coordinato, sistematico, multifattoriale, che coinvolga innanzitutto autorità nazionali, comunità locali, e singoli cittadini. La collaborazione e l’innovazione, infatti, sono essenziali per affrontare efficacemente questa sfida crescente”.
“Allo stesso tempo, è naturale che debbano essere intraprese e rafforzate alcune misure specifiche per prevenire e contrastare il rischio roghi: dalla sensibilizzazione pubblica all’incremento della manutenzione del territorio nazionale (ad esempio, la pulizia delle aree boschive e agricole per ridurre la quantità di materiale combustibile), dal controllo delle attività umane alla pianificazione urbana. E ancora bisogna lavorare per l’incremento della sorveglianza, utilizzando strumenti tecnologicamente all’avanguardia, e predisporre maggiori risorse economiche per le assunzioni del corpo dei vigili del fuoco e di tutti quegli enti autorizzati al controllo del territorio. Insomma, questa la sfida che ci attende se vogliamo contrastare davvero il fenomeno degli incendi, che soprattutto in estate mettono a repentaglio vite umane, animali e ambiente. In queste contesto, infine, c’è un principio complessivo da non dimenticare mai: anche il cambiamento climatico sta giocando un ruolo fondamentale nella frequenza degli incendi e nella loro capacità di propagazione. Le estati sempre più lunghe, calde e secche infatti creano le condizioni per la propagazione del fuoco e innescano un vero e proprio circolo vizioso ambientale”, conclude Tiso.