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Incendio Torre Spaccata: i feriti ancora in pericolo di vita. Rocca: “Più risorse in prevenzione” – FOTOGALLERY

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca si è recato in visita al Sant'Eugenio e ha promesso che la Regione stanzierà più risorse per la prevenzione

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Sono ancora in pericolo di vita, con ustioni che vanno da un minimo di 9 un massimo di 54 per cento della superficie corporea, i quatto operatori che sono rimasti feriti durante le operazioni di spegnimento del rogo che ha devastato l’area tra i quartieri di Cinecittà e Torre Spaccata a Roma.

Ieri il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, l’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini e il direttore della Protezione civile regionale, Massimo La Pietra, si sono recati all’ospedale Sant’Eugenio di Roma per informarsi sulle loro condizioni di salute.

“Sono venuto per dare la nostra solidarietà e vicinanza alle famiglie e agli amici dei quattro operatori”, ha affermato Rocca, sottolineando che quanto sta avvenendo in questo periodo “è una vera e propria emergenza. Il cambiamento climatico è qualcosa di preoccupante, è una cosa che dobbiamo affrontare. Quindi sicuramente interverremo ed è ovvio che questo comporta una maggiore consapevolezza da parte di tutti. Quando si parla di priorità e attenzione – ha chiarito il governatore – è ovvio che questo comporta conseguentemente portare l’attenzione sul tema delle risorse che si devono dedicare per prevenire gli incendi. Questo è un momento in cui gli enti locali e le amministrazioni, anche regionali, faticano tanto sotto il profilo finanziario. Sono contento che con me sia venuto l’assessore Righini, che ha la responsabilità non solo del bilancio ma anche dei parchi. Faremo un’analisi a brevissimo di quelle che sono le risorse della prossima finanziaria regionale”, ha concluso Rocca.

L’assessore Righini, tuttavia, ha sottolineato che quello della prevenzione degli incendi “non credo sia un tema di risorse, che sono importanti, consistenti e che adegueremo di volta in volta in base alle esigenze. L’autorità giudiziaria accerterà le cause di questo incendio, ma nella maggior parte dei casi c’è una questione culturale, di disattenzione rispetto a regole fondamentali che andrebbero seguite. Con la Protezione civile regionale siamo costantemente in contatto per ammodernare i mezzi, stiamo cercando di adeguarli per chi poi va a svolgere un compito molto delicato e pericoloso. Garantiamo il massimo sostegno economico alla dotazione e al servizio della Protezione civile”, ha concluso Righini. “Tre volontari ustionati mentre stanno difendendo la città sono una rarità da tenersi stretta, auspichiamo una rapida risoluzione della vicenda”, sono state le parole dell’assessore capitolino al Personale, Andrea Catarci.

Nel punto stampa curato dal commissario Straordinario Asl Roma 2, Francesco Amato, il direttore Uoc centro grandi ustionati dell’ospedale Sant’Eugenio, Giuseppe Spaltro, e il dirigente medico del pronto soccorso, Paola Barletta, hanno dato un aggiornamento sulle condizioni degli operatori. “Voglio rimarcare che abbiamo 4 pazienti tutti in prognosi riservata e in pericolo di vita – ha affermato Spaltro -. Tre pazienti sono stati intubati al pronto soccorso perché durante l’incidente hanno avuto una lesione delle vie respiratorie. Quindi sono stati intubati per prevenire successive complicanze. L’operatore dei vigili del fuoco, di 52 anni, ha ustioni estese e profonde sul 54 per cento del corpo, anche se è l’unico dei 4 che al momento non ha avuto necessità di intubazione perché ha un danno da inalazione minore, ma non è escluso che possa essere intubato nelle prossime ore”.

Per tre pazienti “è stato previsto un intervento chirurgico la prossima settimana – ha sottolineato il direttore Spaltro -. Per quanto riguarda il quarto, invece, sono in corso delle valutazioni. Uno dei pazienti, di 33 anni, ha ustioni sul 31 per cento del corpo, anch’esso con ustioni estese e profonde. Per quest’ultimo e per il 52enne è previsto un intervento con trapianto di pelle da donatori tramite banca della pelle, data l’estensione delle ustioni. Una paziente di 38 anni, invece, ha ustioni sul 19 per cento del corpo, e dovrà essere operata ma senza dover ricorrere a trapianto da donatori. Per il quarto paziente, di 29 anni, che presenta ustioni sul 9 per cento del corpo, sono in corso delle valutazioni”, ha concluso Spaltro.

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