L’estate romana piace ai turisti. Ma scalda anche i prezzi. Un boom che però porta con sé anche un lato oscuro, ossia quello dell’aumento dei prezzi nel ricettivo. Le tariffe degli hotel sono infatti lievitate fino al +20%, e a ritoccare verso l’alto i propri listini sono in primis gli alberghi a tre stelle (+19,6%). Seguono i cinque stelle (+18,4%) e infine i quattro stelle che si limitano ad appena un +11,5%.
Gli albergatori spiegano tale decisione sottolineando come “il prezzo sia stabilito dal mercato e dal meccanismo della domanda e dell’offerta” e, parallelamente, sia altresì connesso ai costi a loro carico. A incidere pesantemente il rincaro delle materie prime e quello delle bollette. Peccato, perché di turisti a Roma ce ne sono tanti, ma i prezzi alti rischiano di lanciare un messaggio poco rassicurante.
“Tutti i dati ci confermano che il 2023 non solo sarà l’anno del recupero per il settore turistico, ma sarà l’anno del sorpasso rispetto al 2019 che pure era stato l’anno dei record. Finalmente il turismo torna a macinare numeri grandi”, aveva dichiarato pochi giorni fa Marina Lalli, presidente Federturismo. E la previsione è più che fondata, mese dopo mese: il turismo, che dagli anni ‘50 al 2019 era cresciuto ininterrottamente macinando record su record, in Italia e ancor più nel mondo, dopo il brutale stop imposto dalla pandemia sta ripartendo con una velocità che solo i più ottimisti prospettavano.
Roma, la capitale e una delle città più attrattive d’Italia e del mondo a livello di immaginario turistico, non fa eccezione. Con tutte le conseguenze del caso per chi turista non è, vive in città o l’attraversa per lavoro, e per i turisti stessi: i rincari per i prezzi degli hotel nella capitale, secondo i dati di Assoutenti, hanno fatto registrare un +20% sull’anno passato, di media, ma non mancano i casi di raddoppio, con costi a notte che ormai possono arrivare sopra i 500 euro per un tre stelle, sopra i 700 per un quatto stelle, sopra i 1000 per un cinque stelle.