In un’era di populismi, l’idea di Vit Jedlicka ha tutto sommato il suo fascino. Un’idea che si chiama Liberland, un micro stato autoproclamato al confine tra Serbia e Croazia, pensato e voluto il 13 aprile del 2015 da Vit Jedlicka, economista e politico ceco, d’ispirazione liberista. Sette chilometri quadrati appunto nel centro d’Europa che oggi saranno presentati in un convegno a Roma all’Urban Garden Hotel.
Euroscetticismo, mercato libero, nessuna intromissione dello Stato nell’economia. Questo è il credo di Jedlicka, che tra l’altro, ha definito l’Esm, il meccanismo di stabilità europeo, un “protettorato”. Peccato che i fondi strutturali europei da qui al 2020 ammonteranno al 5% del Pil della sua Repubblica Ceca.
Liberland quindi si pone come stato tax free nel centro del Vecchio Continente, capace di accettare criptovalute. Tuttavia finora non ha avuto un riconoscimento ufficiale, tanto meno da Croazia e Serbia.
Jedlick da tre anni a questa parte gira il mondo per propagandare la sua idea, e raccogliere fondi, soprattutto da parte di ricchi possidenti o imprenditori, in cerca magari di un regime fiscale più favore a quello del paese dove vivono.
E tra gli affascinati da questa suggestiva idea c’è un italiano: l’architetto Sergio Bianchi, che, come Jedlicka ha pensato al suo Stato in modo avveniristico ha concepito in modo innovativo il “quartier generale” di Liberland.