Lite nel Pd Lazio su tamponi ai privati

Il capogruppo dem contro l’assessore D’Amato: "Spieghi perché no"

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(immagine di repertorio)

Le lunghe file fuori dai drive-in, la necessità di fare il numero maggiore possibile di tamponi per scovare gli asintomatici. Le esigenze sono diverse, la richiesta è chiara: permettere anche ai laboratori privati di fare i test molecolari, i tamponi nasofaringei, considerati gli unici strumenti affidabili per la diagnosi del Sars-Cov2.

Nel corso di una seduta della commissione regionale Sanità la richiesta è stata formalizzata dall’associazione di categoria degli ambulatori privati (Anisap), da quella delle case di cura (Aiop) e da Unindustria. “Chiediamo all’assessorato di istituire un tavolo almeno per discuterne. Negli ultimi 20 giorni abbiamo avuto una richiesta continua da parte degli utenti che vorrebbero effettuare il tampone”, spiegano gli operatori.

“In Regione non sono mai stati negati tavoli tecnici e non accadrà neanche questa volta”, ha replicato poco D’Amato ricordato però come: “In questa Regione il cardine è costituito da una rete anti-Covid validata dallo Spallanzani al cui interno ci sono soggetti pubblici e privati di natura ospedaliera o universitari come il Gemelli, il campus Biomedico e l’Ircss Santa Lucia: l’elemento fondamentale è stato sempre l’efficacia, l’efficienza e l’affidabilità della rete che in questi giorni sta notevolmente aumentando il livello della sua attività con il Lazio prima Regione italiana per tamponi effettuati”.

Sul punto si è registrata anche una rilevante spaccatura in seno alla maggioranza. L’assessore alla Sanità Alessio D’Amato (finora chiuso a questa possibilità), mentre nel corso della seduta il capogruppo del Pd alla Pisana Marco Vincenzi ha ricordato come il consiglio regionale abbia approvato una mozione del giorno per chiedere di estendere anche ai laboratori in possesso dei requisiti la possibilità di effettuare i tamponi. “L’assessore deve adempiere all’indirizzo vincolante che il consiglio gli ha dato – ha spiegato – se non vuole farlo allora deve almeno venire in Aula a spiegare perché non vuole farlo”. Il capogruppo dem ha anche ricordato come nella legge che ha convertito in il decreto Crescita l’apertura ai privati sia “un obbligo e non un’opzione”. Vincenzi ha proprio citato l’articolo 1 bis della legge che, ha detto: “Stabilisce che le Regioni debbano individuare un laboratori di riferimento che individui i laboratori, pubblici e privati, idonei. Adesso la Regione deve tempestivamente adempiere a questo obbligo”. Nel merito Vincenzi ha sottolineato come stando ai numeri forniti dall’indagine epidemiologica realizzata da Istat e Istituto superiore di Sanità in Lazio ci siano “almeno 18mila sintomatici” e per rintracciarli tutti sia necessario fare ulteriori “900mila tamponi, per cui è necessario estendere Estendere al massimo l’attività di diagnosi precoce e di tracciamento degli asintomatici, non negando come ci sia una difficoltà nella possibilità immediata di eseguire i test con lunghe file nei drive-in e tempi di attesa di ore. La tesi della speculazione dei privati è facilmente aggirabile con la calmierazione dei prezzi”, ha concluso.

D’accordo con Vincenzi il primo firmatario dell’ordine della mozione citata dal capogruppo dem, il consigliere del centrodestra Stefano Parisi: “D’Amato parla di logica del profitto, ma se al San Giovanni e al Gemelli è già possibile fare i tamponi in regime privatisco al costo di 69 euro, di cosa parliamo? Serve che ci sia una sana collaborazione tra pubblico e privato perché il pubblico da solo non riesce a fare il numero di tamponi che servono, non si può assistere ad otto ore di fila ai drive-in”. Contraria invece all’apertura ai privati la consigliera di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo: “Penso sia importante che il tracciamento sia pubblico”. A fine seduta D’Amato ha comunque ribadito la disponibilità all’apertura di un tavolo con lo Spallanzani e l’associazioni di categoria. Alla precisa domanda di Vincenzi: “Lo Spallanzani ha già effettuato l’attività di screening dei laboratori”, D’Amato ha risposto senza tentennamenti “Sì”.

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