Oggi intanto si ripeterà la solita messa in scena: la recita del rosario dei seguaci della “santona” fino al suo arrivo scortata dai bodyguard e poi intorno alle 15 arriverà il fantomatico messaggio mariano che la signora avrà cura di appuntare su un pezzo di carta e comunicarlo ai suoi fedeli.
Il parco regionale di Bracciano vuole che vengano tolte le recinzioni che delimitano il “santuario” della fantomatica veggente di Trevignano Maria Giuseppa Scarpulla, alias Gisella Cardia. Lo scrive oggi Il Messaggero. Oggi intanto si ripeterà la solita messa in scena: la recita del rosario dei seguaci della “santona” fino al suo arrivo scortata dai bodyguard e poi intorno alle 15 arriverà il fantomatico messaggio mariano che la signora avrà cura di appuntare su un pezzo di carta e comunicarlo ai suoi fedeli.
Ma intanto la situazione è sempre più tesa dopo che il Comune ha iniziato a ordinare la demolizione del “santuario”, il vescovo ha chiesto ai fedeli di non partecipare a questi incontri di preghiera fino a quando la commissione non avrà terminato le verifiche sui presunti miracoli e apparizioni, la Procura indaga sulle donazioni e presunti reati che avrebbero portato alcuni seguaci a sborsare diverse migliaia di euro, talvolta centinaia di migliaia. Ora anche il parco esce allo scoperto. Il terreno in via Campo delle Rose, pieno di vincoli ambientali, ricade infatti nell’area naturale protetta e per poter mettere i paletti in legno e la rete metallica per delimitare l’area di “preghiera”, la onlus presieduta dal marito della “santona” ha richiesto un’autorizzazione nel 2019 che proprio dall’ente parco le hanno concesso perché non pensavano sarebbe servita per delimitare un luogo di raduno per pseudo apparizioni sovrannaturali ma bensì per tutelare un campo da eventuali invasioni di cinghiali e dove, tra l’altro, sarebbero stati piantati alberi ed essenze. Di fatti l’unica vocazione di quell’area può essere agricola, non si può cementificare, installare arredi ancorati a terra come invece è stato fatto a partire dalla teca con la Madonna, le palizzate, le panche, il crocifisso e le altre opere per cui il comune di Trevignano ha emesso ordinanza di demolizione impugnata poi al Tar dalla Onlus di Gianni Cardia.
Finora l’associazione che raccoglie le donazioni per la Madonna di Trevignano e gestisce il campo ha demolito soltanto un gazebo in legno ma poi è iniziato il braccio di ferro di fronte al tribunale amministrativo che nei prossimi giorni dovrà decidere se di fatto la “veggente” dovrà sbaraccare tutto l’ambaradan allestito per gli incontri mensili con i suoi seguaci.