Continuano i bombardamenti delle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza, dove sono state particolarmente colpite Khan Yunis, nel sud, e Al Bureij, nelle regioni centrali. Lo si apprende dall’agenzia di stampa palestinese Wafa.
Secondo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute di Gaza, almeno 8.306 persone sono morte, di cui 3.457 minori e 2.136 donne, e oltre 6.300 sono rimaste ferite. Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha fatto sapere che dall’inizio del conflitto tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas, lo scorso 7 ottobre, 31 giornalisti hanno perso la vita, di cui 26 sono rimasti uccisi nella Striscia di Gaza, quattro durante gli attacchi di Hamas, il 7 ottobre, e uno in Libano meridionale.Mentre altri nove giornalisti risultano dispersi.
Wafa riferisce inoltre che nove civili palestinesi sono morti in un bombardamento delle Idf a ovest diRafah, nel sud della Striscia di Gaza, mentre altri 13, tra donne e minori, hanno perso la vita nell’attacco aereo su Al Zawaida, al centro della regione. Le Idf, da parte loro, hanno annunciato di aver colpito 300 obiettivi di Hamas nelle ultime 24 ore, mentre continuano le operazioni di terra nella Striscia di Gaza e che circa 800 mila palestinesi sono fuggiti dal nord della regione verso il sud. Le brigate Ezzedin al Qassam, intanto, hanno affermato di aver sostenuto violenti scontri con i militari israeliani all’alba di questa mattina, nel sud della Striscia di Gaza, e di aver colpito un carro armato e un bulldozer delle Idf a ovest della città di Gaza.
L’ospedale per pazienti oncologici di Gaza, detto ospedale dell’amicizia turco-palestinese, è stato danneggiato ieri da un bombardamento delle Forze di difesa israeliane (Idf). Lo ha reso noto il ministero della Salute della Striscia di Gaza, in un comunicato stampa diffuso ieri dal direttore dell’ospedale, Sobhi Skaik. Nel testo si legge che l’ospedale, colpito per la seconda volta dalle Idf, ha subito “gravi danni”, che hanno “messo in pericolo la vita dei pazienti e del personale”. Skaik ha ricordato, inoltre, che l’ospedale è l’unico della regione specializzato nel trattamento dei pazienti oncologici. Il ministero degli Esteri turco, in un comunicato stampa diramato ieri, ha espresso la sua ferma condanna del danneggiamento dell’ospedale, definendolo “disumano”. Nel comunicato, pertanto, si esorta Israele a smettere di colpire indiscriminatamente i civili nella Striscia di Gaza.
Diversi ospedali della Striscia di Gaza sono stati colpiti nella notte dai bombardamenti delle Forze di difesa israeliane (Idf). Lo hanno riferito fonti sanitarie all’agenzia di stampa palestinese “Wafa”. Gli attacchi aerei israeliani hanno colpito alcune abitazioni in prossimità dell’ospedale indonesiano, nel nord della Striscia di Gaza, e diversi edifici nell’area dell’ospedale Al Quds, a ovest della città di Gaza, gestito dalla Mezzaluna Rossa palestinese, dell’ospedale europeo, a sud, e dell’ospedale dell’amicizia turco-palestinese. Inoltre, l’ospedale Al Aqsa, a Deir al Balah, al centro della Striscia di Gaza, ha subito ripetute interruzioni della corrente elettrica, a causa della scarsità di carburante per i generatori.
Il ministero della Salute di Gaza ha riferito che il 34 per cento degli ospedali della regione (dove, oltre ai pazienti, hanno trovato rifugio migliaia di civili) non funzionano, mentre il 65 per cento dei centri di assistenza sanitaria di base sono chiusi. Inoltre, negli attacchi aerei delle Idf, 124 operatori sanitari sono rimasti uccisi e oltre cento sono rimasti feriti. I bombardamenti delle Idf, inotre, hanno danneggiato 50 ambulanze, di cui 25 sono state completamente distrutte. Intanto, anche per l’insufficienza degli aiuti umanitari cui finora è stato permesso di entrare nella Striscia di Gaza rischia di collassare anche il sistema dei soccorsi delle Nazioni Unite. Ieri, infatti, le sedi dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi (Unrwa) sono state prese d’assalto dalla popolazione alla ricerca disperata di cibo. Tali episodi avevano provocato la chiusura di quattro centri di distribuzione degli aiuti umanitari e di un sito di stoccaggio.
In Cisgiordania, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato questa mattina la demolizione dell’abitazione di Saleh al Arouri, uno dei capi del movimento islamista palestinese Hamas, nella città di Aroura, a nord-ovest di Ramallah. Lo si apprende da un comunicato stampa diramato dalle Idf questa mattina. L’ordine di demolizione era stato firmato lo scorso 27 ottobre dal capo del Comando centrale delle Idf, il generale maggiore Yehuda Fox. Fonti palestinesi riferiscono che le Idf hanno chiuso le vie d’accesso ad Al Aroura.