Non solo 500 alloggi di ex bidelli occupati abusivamente, il fenomeno riguarderebbe anche le abitazioni di ex custodi di cimiteri e musei occupate senza titolo, con almeno 400 famiglie coinvolte. A scriverlo è il dorso romano del Corriere della Sera che, dopo aver raccolto la denuncia del presidente dell’Associazione presidi di Roma e Lazio, Mario Rusconi, è tornato sulla vicenda.
Il quotidiano ha dato la parola al preside dell’istituto superiore Giorgio Ambrosoli di viale della Primavera, Fabio Cannata, che racconta come un fabbricato di circa 60 metri quadrati all’interno del cortile della scuola sia occupato da quando lui è entrato in servizio, nel settembre del 2022. “Ho chiamato il 112 e fatto regolare denuncia di invasione di edificio pubblico a carico di ignoti. Una denuncia immagino sia arrivata sul tavolo di qualche giudice ma di cui non ho saputo più nulla. Per cui io, che sono responsabile di quello che accade all’interno delle mura scolastiche, ho “in casa” degli sconosciuti che non so se hanno diritto a stare li e che possono entrare in contatto con gli studenti. Per di più ho bisogno di locali e spazi, che la scuola possiede, ma non ne posso usufruire”, spiega al Corriere. Secondo cui, non sarebbe l’unico caso di occupazione abusiva che riguarda i locali di una scuola (tra queste, il Newton di viale Manzoni, il liceo Farnesina, i “tre attici” del Righi, del Tasso e del Regina Elena in via Sicilia – via Lucania), che vede coinvolti ex custodi ormai in pensione e addirittura un sindacalista della Cgil scuola.
Dall’altra parte, il presidente Associazione portieri e custodi in servizio e in pensione, Giuseppe Polimeni, sostiene che non si tratti di occupazioni abusive. “Noi paghiamo il bollettino al Comune di Roma per l’edilizia residenziale pubblica e tutte le utenze. Il problema – spiega al quotidiano – nasce dal fatto che prima il custode al pensionamento aveva la garanzia di un alloggio pubblico e lasciava quindi i locali al suo successore. Nel momento in cui è stata abolita questa figura siamo rimasti qui senza però avere l’alternativa di una casa popolare. Adesso non è possibile buttare per strada persone anziane e invalide”.
Secondo Polimeni in realtà le famiglie coinvolte sono 900, perché di alloggi di ex custodi occupati abusivamente ce ne sono anche nei musei e nei cimiteri.