Oltre 12.800 positivi nel Lazio al Covid. I medici: è una vera valanga

Preoccupati sia i medici di famiglia sia gli ospedalieri: “Servono nuove assunzioni, attenzione per le prossime varianti”

I dati di oggi non ingannino. Nel Lazio su 26.583 tamponi molecolari e 69.950 tamponi antigenici contro il Covid per un totale di 96.533 tamponi, si registrano 12.828 nuovi casi positivi (-2.022), 2 decessi (-4), 1.446 ricoverati (+46), 194 terapie intensive (+3) e +2.094 guariti, 5.456 i casi a Roma. In realtà la pressione sugli ospedali nell’ultima settimana è notevolmente aumentata e i sindacati chiedono un tavolo permanente per affrontare la variante Omicron. In tilt anche i medici di famiglia, nonostante un adulto su due abbia ricevuto la dose booster.

L’emergere poi di altre varianti del Covid, la camerunense e la Deltacron, obbliga il sistema sanitario del Lazio a una continua messa punto. Il professor Roberto Cauda, direttore di malattie infettive al Gemelli, ci dice che “la trasmissibilità, molto elevata, di Omicron, seppur questa non sia letale quanto Delta, rischia alla lunga di stressare oltremodo gli ospedali. Per questo bisogna mantenere la guardia alta”.

Pierluigi Bartoletti, vicesegretario della federazione dei medici di famiglia, ci parla dal suo studio di Roma e delinea il proprio settore sotto “una vera valanga”. “Ormai siamo diventati medici tutto fare: facciamo diagnosi, cura, amministrazione – dice – Ci occupiamo non solo di capire come curare a casa chi ha il Covid, ma poi ci sono le richieste dei tamponi, c’è da seguire i vaccini. E poi bisogna sostituire i colleghi che si ammalano o che vanno in pensione. Nei fatti l’attività ordinaria relativa ad altre malattie è quasi sparita”. Bartoletti nei mesi scorsi ha anche allestito un camper itinerante per Roma per le vaccinazioni contro il Covid dei soggetti più fragili.

I sindacati Cgil, Cisl e Uil affermano che “serve urgentemente procedere alle assunzioni di personale”. I  numeri di questa emergenza: alla ASL Roma 1, e solo al presidio ospedaliero del #SanFilippoNeri, mancano  120 infermieri e 60 Oss; alla ASL Roma 2 per fronteggiare l’emergenza si ricorre all’utilizzo di personale esternalizzato di qualche cooperativa, al Policlinico #UmbertoI mancano 250 infermieri e 300 operatori socio assistenziali; a Policlinico Tor Vergata si chiudono posti letto e si riducono servizi per garantire l’emergenza; alla #AslLatina  sotto di non meno di 100 infermieri e 250 Oss, oltre a circa 150 unità tra tecnici di radiologia, di laboratorio, fisioterapisti, tecnici ortopedici, ortopedici.

Sulla stessa linea, il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed per il quale sono urgenti misure  “straordinarie”, più soldi e più personale agli ospedali, per impedire che il Servizio sanitario nazionale “venga travolto dall’esplodere del numero dei contagi, legato alle caratteristiche della variante Omicron, che  sta esercitando una pressione crescente sulle strutture ospedaliere e  sul loro personale”.

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