La corte d’appello del tribunale di Roma ha condannato Finnegan Lee Elder alla pena di 15 anni e 2 mesi di reclusione, mentre Natale Hjorth è stato condannato a 11 anni e 4 mesi di reclusione, con una multa di 800 euro.
Questa, la sentenza d’appello bis del processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 luglio del 2019 nel quartiere Prati di Roma.
Rosamaria, la vedova del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, “mi ha detto che non vuole commentare, ma è devastata, ma lo è da 5 anni, porta dentro di sé un dolore enorme, ha dovuto chiudere per l’ultima volta gli occhi di suo marito sul lettino dell’obitorio, e vi lascio immaginare il dolore che anche oggi ha dentro di sé”. Lo ha detto Massimo Ferrandino, legale della vedova del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, commentando la sentenza della corte d’appello del tribunale di Roma. “Il dolore è nato quella maledetta sera in cui Elder con ben 11 coltellate ha ammazzato il marito con il quale, lo ricordo, Rosamaria era sposata da appena un mese”, ha concluso.
“Non potevamo chiedere una decisione migliore e più ragionevole oggi” e questa sentenza d’appello bis “ci fa essere fieri del sistema italiano e di quello americano” e ora “siamo pronti ad andare avanti, e siamo pronti per Finn che deve affrontare il suo percorso, per Gabe che deve affrontare il suo, e” per “trovare una via d’uscita da questo casino e tornare a casa dalle famiglie”. Lo ha detto Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, commentando la sentenza. “È stato un percorso lungo e duro per tutti noi, sono passati 5 anni e non abbiamo mai dimenticato la memoria di Rega e neanche quella dei nostri figli – ha aggiunto -. Ci sono state persone che ci hanno amato molto e che hanno portato avanti la verità. In quei primi giorni abbiamo avuto solo bugie. Finn stava bene, è un uomo forte, mi ha detto di non piangere”.