Omicidio Willy: sentenza slitta al 12 luglio

botta e risposta tra Gabriele Bianchi e la madre della vittima

L’effetto che le dichiarazioni di Gabriele Bianchi avranno sui giudici della corte d’appello di Roma, dove si sta svolgendo il processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, si vedranno il 12 luglio quando è prevista la sentenza. Oggi l’appello fatto per convincere la giuria della sua innocenza, di non aver colpito e quindi ucciso il 21 nne di Paliano il 6 settembre 2020, ha suscitato la reazione di Lucia Monteiro, la mamma della vittima. Gabriele e il fratello Marco Bianchi, sono stati condannati iN primo grado all’ergastolo. Gli altri due imputati, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, in primo grado sono stati condannati rispettivamente a 23 e 21 anni. Nelle dichiarazioni spontanee Gabriele aveva detto che “non è vero che non ho mai parlato del dolore della famiglia. Mi sono inginocchiato e ho chiesto scusa. Ma so che non è abbastanza – ha aggiunto -. Sento dentro di me un peso per quello che è successo. Non sono un assassino, non sono un uomo senz’anima. Non ho colpito Willy e so che voi” giudici “lo accerterete. Io dovrò rispondere solo per ciò che ho fatto e forse anche per essere andato lì” a Colleferro davanti al locale dove Willy è stato pestato a morte. “Mi hanno dato l’ergastolo perche dicono che ho dato colpi. Non è vero. Non sono un pazzo omicida”, ha aggiunto. In carcere “ho rivisto quegli attimi – ha detto Gabriele Bianchi – e ho capito il dolore della famiglia” di Willy. “Ora che sono padre anche io so cosa significa”.

Lucia Monteiro, da sempre schiva alle interviste, non ha fatto attendere la sua replica e alla prima pausa dell’udienza, avvicinata da cronisti, ha commentato: “Prima di chiedere scusa deve fare un esame di coscienza e dire: ho sbagliato”. La madre di Willy ha aggiunto: “Sono delusa da questi ragazzi. Mi aspettavo di sentir dire ‘ho sbagliato’, oppure ‘non ho saputo controllare la rabbia’, ma quando dicono ‘io non ho fatto niente a Willy’ è un colpo”. Del resto, ha precisato, “Willy non è morto per salvare un amico come è stato detto. Ma è morto per la strada sbagliata, piena di violenza che hanno intrapreso questi ragazzi e io mi sento in dovere, come mamma, di dire che là fuori ci sono tanti ragazzi che fanno questa vita, e ci sono tante mamme e papà, come me e Armando, che piangono per aver perso un figlio”.

Willy non è morto “perchè ha sbattuto la testa – ha incalzato la donna -. Qualcuno lo ha picchiato. Spero che” gli imputati “si rendano conto di aver detto cose sbagliate altrimenti escono da qui”, l’aula del tribunale, e continuano a “fare lo stesso. Willy riposerà in pace solo se non faranno male ad altri”. Tra le dichiarazioni di Gabriele Bianchi e quella di Lucia Monteiro ci sono le 5 ore di arringa difensiva dell’avvocato Valerio Spigarelli, legale del giovane di Artena. Spigarelli ha chiesto di rinnovare alcune fasi del dibattimento, ascoltando nuovamente alcuni testimoni e rimettendo in discussione le perizie medico legali. Un’arringa dura, quella dell’avvocato di Gabriele Bianchi, dovuta anche al fatto che quella odierna, per lui che non ha difeso il suo assistito in primo grado, era l’ultima occasione prima del secondo giudizio qualora la corte non riaprisse il dibattimento. Una decisione che i giudici prenderanno durante la camera di consiglio prevista per il 12 luglio, al termine della quale, il presidente dirà se basta quanto fatto e detto in primo grado leggendo quindi la sentenza, oppure, stilando un nuovo calendario per ascoltare nuovamente i testi.

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