Categorie: Cronaca

Operazione antimafia ad Aprilia, arrestato il sindaco Lanfranco Principi

Complessivamente sono state emesse 25 misure cautelari. Il procuratore aggiunto: clan controllavano Comune

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Nell’operazione coordinata dalla Dda di Roma e che ha portato a 25 arresti ad Aprilia tra i soggetti raggiunti da misura cautelare c’è anche il sindaco, Lanfranco Principi. Nell’indagine si contesta, a vario titolo, anche il reato di associazione mafiosa finalizzata all’estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e reati contro la pubblica amministrazione. Il gruppo criminale puntava, inoltre, ad acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici e intendeva ostacolare il libero esercizio del voto.

Principi, che è stato raggiunto dalla misura degli arresti domiciliari, era stato eletto a primo cittadino nel maggio del 2023 sostenuto da una coalizione di centrodestra di cui facevano parte Fdi, Lega, e alcune liste civiche. Complessivamente sono state emesse 25 misure cautelari.

“Un consolidato e strutturato gruppo di matrice mafiosa e si potrebbe definire un ‘sistema mafioso’ in una delle più grandi città del Lazio con quasi 80 mila abitanti. Questo gruppo con metodi e caratteristiche mafiose si era dedicato a tutte le attività tipiche del 416 bis”. Così il procuratore aggiunto Ilaria Calò, durante la conferenza stampa in procura a piazzale Clodio sui 25 arresti dei carabinieri della Dia ad Aprilia dove è stato posto, agli arresti domiciliari, il sindaco Lanfranco Principi. “L’associazione mafiosa controllava completamente il Comune di Aprilia sia dal punto di vista economico-imprenditoriale e dal punto di vista amministrativo. Nelle indagini sono emersi rapporti con il clan dei Casalesi e con quello dei Polverino. Inoltre sono emersi legami con la pubblica amministrazione. Un consolidato e strutturato gruppo di matrice mafiosa e si potrebbe definire un ‘sistema mafioso’ in una delle più grandi città del Lazio: questo gruppo con metodi e caratteristiche mafiose si era dedicato a tutte le attività tipiche del 416 bis. Quando c’era da costituirsi parte civile da parte del Comune contro soggetti imputati in procedimenti penali c’è stata querelle interna. Quello che era il vicesindaco, poi diventato sindaco, Lanfranco Principi, era intervenuto in maniera energica dicendo che erano affari privati e non riguardavano il Comune”, hanno concluso gli inquirenti.

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