Il Papa lo definisce il ‘giornale del partito’, cioè il giornale ufficiale della Santa Sede, dell’establishment vaticano. L’Osservatore Romano ha sempre avuto un rapporto particolare con la città, anche perché la sua diffusione è stata sempre davvero capillare solo a Roma.
Nasce il primo luglio 1861 e in questi giorni appunto festeggia i 160 anni, anche se la proprietà societaria della Santa Sede è solo dal 1885. E il legame con Roma è sempre stato strettissimo, fatto anche di momenti difficili. Dopo la Breccia di Porta Pia, il 20 settembre 1870, infatti sospese le pubblicazioni per circa un mese. Fino al 1929 il giornale ha avuto diversi sedi per la città, poi è stato trasferito all’interno delle Mura Leonine.
L’Osservatore negli anni ha dato una grande importanza ai discorsi del Papa sulla Capitale. A Natale e Pasqua, il pontefice infatti rivolge messaggi Urbi et Orbi, una locuzione latina composta dai due sostantivi Urbi e Orbi, uniti dalla congiunzione et: Urbi significa “all’Urbe” (per gli antichi Romani indicava la città di Roma), Orbi significa “all’Orbe”, nel senso di “mondo”). La locuzione evidenzia il presupposto di Roma al centro del mondo.
Il pontefice però è anche vescovo di Roma. Nel 2015 infatti Francesco da poco eletto visitò due parrocchie romane in due giorni. Dopo la visita, alla chiesa di Ognissanti, sull’Appia Nuova, dove cinquant’anni fa Paolo VI celebrò la prima messa in italiano inaugurando la riforma liturgica conciliare, il giorno successivo Bergoglio si è immerse nelle sue amate periferie, a Tor Bella Monaca, nel pieno dei disagi della marginalità urbana: situazioni che vanno dalla disoccupazione, alla droga, alla piccola o grande criminalità. Incontrando il consiglio pastorale, il Papa volle dare un messaggio forte sui problemi della “borgata”.”La gente di Tor Bella Monaca è buona – disse – ma ha soltanto un difetto, lo stesso che avevano Gesù, Maria e Giuseppe: essere poveri, la povertà”. Eventi che l’Osservatore Romano seguì con accurate cronache.
Ma il giornale del Papa dette grande risalto anche alla visita di Francesco al Corviale nel 2018, quando pubblicamente consolò un bambino che aveva perso il padre. Un avvenimento che fece commuovere l’Italia intera. E poi le inchieste sulle tante povertà della Capitale, sui senzatetto, su una città che è sempre meno vivibile, sulle attività della Caritas romana per appunto dare sostegno agli ultimi.