Parcheggi a pagamento, ecco come funziona il modello-Amsterdam

Alberto Fiorillo di Legambiente: in Olanda i proventi della sosta vengono reinvestiti nella mobilità sostenibile. Le differenze con Roma

Parcheggi a pagamento anche per i residenti. A Roma non è passata inosservata l’idea di prevedere la sosta tariffata anche per chi risiede in alcuni quartieri della Capitale. Una sperimentazione che dovrebbe iniziare nelle feste natalizie e riguardare le aree a maggiore vocazione turistica e commerciale. Nel mirino quartieri come Trastevere, Prati e Quartiere Africano. La notizia ha sollevato un vespaio di polemiche, con tanti cittadini indignati di fronte alla possibilità di dover sborsare denaro per quello che fino ad ora è stato un diritto.

Ma come funziona nelle altre città europee?

Grazie ad Alberto Fiorillo, responsabile Aree Urbane di Legambiente e vecchia conoscenza di Radiocolonna, scopriamo il modello- Amsterdam, una città che con la sosta tariffata fa affari d’oro e investe i proventi nella mobilità sostenibile.

“Circa 200 milioni di euro l’anno di ricavi dalla sosta tariffata sono interamente destinati alla realizzazione di infrastrutture per la ciclabilità e al miglioramento dell’efficienza del trasporto pubblico e della mobilità a piedi – racconta Fiorillo – il costo di un’ora di parcheggio in centro sono 5 euro, 4 nelle aree semicentrali e poi via via a decrescere man mano che ci si allontana.”

Fiorillo – tra le altre cose coordinatore del progetto GRAB – sottolinea come l’area dove vige la sosta tariffata di Amsterdam sia paragonabile – in proporzione – al GRA romano.

E i residenti ad Amsterdam pagano?

“I residenti pagano una tariffa annuale di almeno 500 euro e non hanno automaticamente diritto al posto auto. In ogni area c’è un numero di posti auto contingentato a disposizione dei residenti, molto più basso rispetto al numero delle unità abitative – conclude Fiorillo – Esauriti i posti disponibili, il residente che vuole il permesso si può iscrivere in una lista d’attesa e in alcune zone il Comune stima che prima che si liberi un posto possano passare anche 180-190 mesi. Il permesso residenti costa più che a Roma e comunque non si può richiedere per più di un’auto a nucleo familiare/abitativo.”

Come risulta chiaro dalle parole del responsabile di Legambiente, in altre città europee – quelle realtà nordiche spesso prese astrattamente ad esempio come modelli virtuosi – avere un parcheggio sotto casa non solo non è considerato un diritto, ma è ritenuto alla stregua di un’occupazione di suolo pubblico da tassare.

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