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Parnasi, davanti ai Pm le strategie per contare a Roma

Interrogatorio del costruttore arrestato per lo Stadio della Roma: Civita non ha mai avuto soldi, Paolozzi sì. Un suo collaboratore: puntava a coloro che gli erano utili

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Un sistema di clientele, tutto centrato sulla possibilità di accrescere la propria influenza tra la Roma che conta. E’ questo quello che emerge dall’interrogatorio di Parnasi, arrestato per lo scandalo sullo Stadio della Roma, e nelle testimonianze delle persone a lui vicine.

Giulio Mangosi, consulente del gruppo Parnasi e cugino dell’ex presidente di Eurnova non condivideva le scelte del parente costruttore che gli aveva dato lavoro e per il quale seguiva anche il progetto del nuovo stadio della Roma.”Al 30 giugno avrei chiuso ogni rapporto con il gruppo Parnasi poiché si trattava di una società padronale, in cui non c’era alcuna condivisione nelle scelte e nella quale ogni scelta imprenditoriale non veniva fatta in base al merito ed al fine di conseguire risultati in sostanza validi, a al solo fine di creare relazioni utili al perseguimento di interessi di Luca Parnasi”, ha detto Mangosi durante l’interrogatorio di due giorni fa, il secondo dopo l’arresto del 13 giugno.

“Come imprenditore non condivido i suoi metodi – ha aggiunto Mangosi- spesso si comportava da padrone e come ho già detto gestiva l’attività imprenditoriale dando assoluta priorità alla creazione e al mantenimento di relazioni con soggetti che potevano essergli utili anche facendo loro delle ‘cortesie’”.

Parnasi ha detto che l’ex assessore regionale all’Urbanistica Michele Civita e attuale consigliere regionale del Pd, indagato nell’inchiesta sullo stadio della Roma, “non ha mai avuto soldi. Ha sempre fatto gli interessi dell’amministrazione. La conferenza di servizi era gia’ stata chiusa e gia’ c’erano state le elezioni quando con estremo imbarazzo mi ha chiesto di trovare un lavoro per suo figlio”.

Ben diverso il ritratto di Adriano Paolozzi, vicepresidente della Regione, di Fi. Di lui il costruttore ha detto che chiedeva “con estrema insistenza un aiuto economico. L’ho conosciuto in occasione della vicenda di Ecovillage, in quanto era sindaco del Comune di Marino. Lo avevo sostenuto nella precedente campagna elettorale, almeno 6 anni addietro, erogando in suo favore se non ricordo male 10mila euro. Si trattava di un’erogazione regolare, con delibera e iscrizione in bilancio da parte di una società del gruppo”.

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