Reddito di Cittadinanza, a Roma per 127 mila persone. Allarme di Gualtieri

Poco più di 540 euro al mese l’assegno percepito. Il sindaco: “C’è il rischio che siano presi d’assalto i centri sociali”

Poveri che chiedono l’elemosina

Lo stop al Reddito di Cittadinanza voluto dal governo sta preoccupando anche il Campidoglio. Secondo l’INPS, nella provincia di Roma a giugno circa 127 mila persone hanno percepito o il Reddito o la Pensione di Cittadinanza (117 mila solo per il Rdc), contro i 178 mila dell’intero Lazio, per un importo medio di 540 euro al mese. La situazione della povertà rischia di peggiorare considerato che i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, ovvero i beni più acquistati, sono aumentati di oltre il 10%.

A Roma migliaia di persone dai servizi sociali 

Dunque, anche il Campidoglio teme di dover affrontare disordini e proteste. Il sindaco Gualtieri ha già detto che solo a Roma c’è il rischio che “più di 10 mila persone saranno costrette a rivolgersi agli sportelli dei servizi sociali perché private di un sostegno determinante in questi anni difficili e in cerca di una fantomatica presa in carico. Basti pensare al caso delle persone non occupabili a cui è stato tolto il Reddito di Cittadinanza perché sole: una scelta sbagliata e priva di alcun criterio logico e politico che non ha nulla a che fare con una riforma volta a migliorare la dimensione delle politiche attive del lavoro e gli incentivi all’occupabilità”. Già in queste ore sono aumentate le richieste di chiarimenti agli uffici servizi sociali dei municipi e alle sedi locali dell’INPS, dopo gli sms che annunciavano la revoca della misura di sostegno”.

La Caritas di Roma: assicurare un’esistenza dignitosa 

Preoccupata anche Caritas, considerato che circa il 15% dei cittadini di Roma è a rischio povertà, e più del 10% è in stato di forte deprivazione economica. Più di 20 mila persone lo scorso anno sono andati nei centri dell’organismo caritativo per ricevere cibo, vestiti e altri aiuti. E poi c’è tutto il problema dei senzatetto. Per la Caritas di Roma, quindi,  bisogna, dopo la riforma del Reddito di Cittadinanza, “bisogna assicurare il diritto a un’esistenza dignitosa per chiunque sia caduto in povertà, come avviene in tutta Europa, indipendentemente dalla sua condizione lavorativa. E poi coniugare diritti e doveri, ovvero combinare la garanzia di un’esistenza dignitosa con la richiesta alle persone di aderire a un progetto di cambiamento/miglioramento della propria vita. Superare confusione tra l’obiettivo dell’inserimento lavorativo e quello della tutela di ultima istanza, prevedendo due misure distinte con finalità diverse e adottando come criterio di distinzione quello della vicinanza delle persone al mercato del lavoro”.

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