Dal no alle Olimpiadi al nuovo stadio, ecco le tappe principali dell'amministrazione dal giorno dell'elezione a sindaca di Roma
Dal 19 giugno del 2016, il giorno dell’elezione di Virginia Raggi sindaco di Roma, ad oggi, 11 novembre 2018, data del Referendum Atac , sono trascorsi circa due anni e mezzo.
Così oltre a scegliere il futuro della municipalizzata dei trasporti in cronica crisi, il voto dei romani potrebbe diventare una sorta di ” Midterm elections” del Campidoglio a 5 Stelle.
Ovviamente positiva l’ assoluzione della sindaca al processo sulle nomine che le ha rialzato il morale tanto da dichiarare ” andiamo avanti a testa alta per Roma”. Ma se è giusto, come ha detto Matteo Salvini, che non siano i magistrati a giudicare l’amministrazione, non è evitabile che i romani considerino il voto referendario anche un’ occasione per esprimere il gradimento sulla prima fase dell’amministrazione pentastellata che ha vissuto giorni difficili, ma si è anche impegnata nel cambiamento amministrativo.
E queste in sintesi le principali tappe:
19 GIUGNO 2016: Raggi, già consigliera a 5 stelle, dopo aver vinto le ‘comunarie’ del Movimento e il primo turno delle amministrative, conquista con il 67% dei voti al ballottaggio contro Roberto Giachetti (Pd) la carica di sindaco di Roma. “Hanno vinto i romani. E’ un momento storico”, le sue prime parole.
1 SETTEMBRE 2016: Iniziano i valzer nell’esecutivo comunale e i cambi ai vertici delle aziende. il 1 settembre è la data della prima crisi di giunta: si dimettono l’assessore al Bilancio e alle partecipate Marcello Minenna e la capo di gabinetto Carla Romana Raineri. Vanno via anche il presidente dell’Ama, Alessandro Solidoro, e i vertici Atac. Successivamente saranno altri sette gli assessori ad uscire dalla giunta: Paola Muraro, Paolo Berdini, Massimo Colomban, Adriano Meloni, Andrea Mazzillo, Alessandro Gennaro, e, solo nominalmente, Raffaele De Dominicis. La prima cittadina, secondo cui prima viene il programma elettorale e solo dopo le persone, di volta in volta si rimbocca le maniche e inaugura nuovi ingressi.
21 SETTEMBRE 2016: Raggi ufficializza il no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 definite “del mattone, spiegando che sarebbe “da irresponsabili”. Il 29 dello stesso mese la pesante scelta viene assunta anche dall’Aula Giulio Cesare che vota a maggioranza una mozione che sostanzialmente blocca l’iter. E’ la prima forte scelta di campo del Movimento su Roma.
16 DICEMBRE 2016: Raffaele Marra, a capo del Personale in Campidoglio e all’epoca uomo fidato di Raggi, viene arrestato con l’accusa di corruzione per vicende pregresse all’amministrazione pentastellata. Sono i giorni più neri della sindaca che, per la prima volta, rischia seriamente di cadere. Successivamente l’assessore alla Cultura Luca Bergamo diventa vicesindaco al posto di Daniele Frongia (che resta titolare dello Sport) e lascia anche il capo della segreteria politica di Raggi, Salvatore Romeo (che continua a lavorare come dipendente comunale).
24 FEBBRAIO 2017: La sindaca, dopo giorni di polemiche, chiude con i proponenti un accordo sulla costruzione del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle che prevede una riduzione di cubature. “Un impianto fatto bene” nelle intenzioni del M5S, ma che al momento è tornato in stand by per grane giudiziarie. L’inchiesta, a giugno di quest’anno, ha coinvolto sia il costruttore Luca Parnasi, sia l’avvocato vicino ai 5 Stelle che aveva seguito per il Comune la trattativa Luca Lanzalone, presidente anche di Acea, con il Comune azionista di maggioranza.
14 APRILE 2018:Il Movimento e Raggi puntano sui grandi eventi sportivi ‘alternativi’ ed ecosostenibili. Roma ospita il primo Gran Premio italiano di Formula E in un circuito cittadino nel quartiere dell’Eur. Un successo rivendicato anche dal leader Luigi Di Maio.
27 LUGLIO 2018: Il tribunale fallimentare di Roma ammette Atac al concordato preventivo. E’ la strada che Raggi e la sua maggioranza hanno scelto per risanare la municipalizzata dei trasporti di Roma, gravata da 1,4 miliardi di debiti. Il concordato per Atac è simbolico del rinnovamento che la sindaca ha voluto innescare nel profondo («e non – come spesso rivendica – con una mano di bianco») e che attende ora di dare i suoi frutti. Il prossimo anno dovrebbe esserci un’importante iniezione di nuovi bus e le gare europee fatte sulla manutenzione del verde diventare operative. Tra i cavalli di battaglia della maggioranza c’è l’aver messo i conti in ordine approvando i bilanci nei tempi (“Roma non è più padrona”, va ripetendo Raggi) e aver avviato un ambizioso programma di raccolta differenziata tecnologica da estendere in tutta la città. Un ‘cambiamento’, dunque, spesso già messo sui binari, ma che guarda al lungo periodo e che si scontra ancora, nel quotidiano, con servizi inefficienti sul fronte dei rifiuti, dei trasporti e delle buche.
4 OTTOBRE: Iniziano gli sgomberi a Ostia di esponenti del clan Spada dalle case popolari. Operazioni condotte dalla polizia locale di Roma Capitale che la sindaca puntualmente rivendica. “Non abbassiamo lo sguardo”, è il suo motto. Da sempre forte il messaggio di legalità veicolato dalla sindaca, soprattutto nella gestione del patrimonio pubblico. (fonte Ansa)