Roma: attentato Sinagoga, al Ghetto ebraico la commemorazione con Piantedosi e Gualtieri

Il sindaco: Un attentato terribile che abbiamo il dovere di ricordare costantemente

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, nel corso della cerimonia in ricordo dell'attentato alla Sinagoga di Roma.

In occasione del 41esimo anniversario dell’attentato alla Sinagoga di Roma, nel quartiere ebraico questa mattina si è svolta una cerimonia commemorativa alla presenza delle istituzioni. Il 9 ottobre del 1982 il Ghetto ebraico di Roma subì un attentato terroristico, dove perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché, di soli due anni, e rimasero ferite altre 37 persone. Nel giorno dell’anniversario, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha deposto una corona di alloro a largo Stefano Gaj Taché. Alla cerimonia hanno partecipato anche il presidente della Comunità ebraica Romana Victor Fadlun, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni e l’ambasciatore di Israele in Italia Alon Bar. A seguire anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha deposto una corona di fiori. La commemorazione si è svolta mentre continuano gli attacchi contro Israele da parte di Hamas. Infatti nel quartiere ebraico della Capitale, sono state rafforzate le misure di sicurezza.

L’attentato alla sinagoga di Roma “fu terribile e abbiamo il dovere di ricordarlo costantemente. Oggi abbiamo ricordato il piccolo Stefano Gaj Tachè e anche le altre vittime e feriti di quel terribile attentato – ha il sindaco Gualtieri -. Lo ricordo molto bene, colpì tantissimo la città perché uccidere un bambino è un crimine efferato. Un attentato terribile che abbiamo il dovere di ricordare costantemente. La ricorrenza cade in un momento particolarmente drammatico e triste, e il cuore non può che andare alle vittime del terribile attacco perpetrato di Hamas e ai tanti ostaggi a cui vorrei pensare e chiedere che siano liberati e restituiti ai loro affetti”. A Roma “c’è la massima attenzione e il massimo impegno per assicurare e garantire sicurezza e serenità a tutte le romane e i romani, innanzitutto ai cittadini romani che appartengono alla comunità ebraica – ha detto il sindaco Gualtieri -. E’ stato convocato opportunamente subito un comitato sull’Ordine e la sicurezza da parte del prefetto. C’è un dialogo costante con il ministro dell’Interno e la massima attenzione, il massimo impego per assicurare e garantire sicurezza e serenità a tutte le romane e i romani. Innanzitutto – ai cittadini romani che appartengono la comunità ebraica a cui va tutta la nostra vicinanza e sostegno”, ha concluso Gualtieri.

La priorità ora “è riuscire a fermare Hamas altrimenti questo modello di guerra, dove si entra nei centri abitati si colpisce e uccide il più possibile e si prendono i superstiti per portarli verso l’orrore, verrà replicato nel nostro occidente tranquillo”, ha detto il presidente della comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun. Quello a cui stiamo assistendo “è un nuovo tipo di guerra, dove si entra nei centri abitati si colpisce e uccide il più possibile e si prendono i superstiti per portarli verso l’orrore. L’orrore delle caverne, delle grotte e dei tunnel dove verranno sottoposti a violenze indicibili. Abbiamo visto bambini inermi – ha aggiunto -, appena resi orfani, strappati dalle case e disperati che vengono derisi dalla collettività. Tutto questo rischia di diventare esportabile verso il nostro occidente. La necessità – ha sottolineato Fadlun – è dare sostegno a Israele in quella che sarà un’azione di risposta. Perché Israele deve riuscire a fermare Hamas. Se non verrà fermata questo modello verrà replicato nel nostro occidente tranquillo e verranno a cercare di strappare le conquiste della nostra democrazia e del nostro vivere civile che diamo per scontato”, ha concluso.

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