Roma: blitz di Ultima Generazione a Piazza di Spagna, carbone vegetale nella Barcaccia

Fermati tre attivisti, rischiano la denuncia per danneggiamento. Gualtieri: valutiamo i danni. Gotor: atto da ecoidioti

Un nuovo blitz degli attivisti per il clima di Ultima Generazione: nel mirino la fontana della Barcaccia, in Piazza di Spagna, riempita di vernice nera.

Tre persone, due uomini e una donna, sono stati fermati dai carabinieri del Nucleo informativo e dal personale della polizia di Roma Capitale. La loro posizione è ora al vaglio, rischiano la denuncia per danneggiamento.

“Se vedere quest’acqua nera vi sconvolge – affermano – è perché, come noi, riconoscete quanto sia prezioso quello che stiamo perdendo. Tutti i rapporti ufficiali, anche quelli di fonte governativa, denunciano che le politiche dei governi sono insufficienti per contenere il surriscaldamento globale entro 1,5°C e ci stanno invece conducendo dritti verso un catastrofico aumento di almeno 2.5°C. Questo significa che gli eventi estremi renderanno inabitabili le nostre terre. Significa che desertificazione e siccità aumenteranno vertiginosamente, causando migrazioni incontrollate. Significa che collasseranno tutti i nostri equilibri, economici e sociali. C’è un solo modo per frenare questa corsa verso il suicidio collettivo: interrompere le emissioni legate ai combustibili fossili”. “Con questa azione – concludono – vogliamo chiedere al governo di smettere di investire in sussidi dannosi per l’ambiente. Con questa azione vi invitiamo a non rassegnarvi a questa condanna a morte”.

“Stiamo valutando adesso i danni e stiamo lavorando a svuotare la fontana e ripulire. Il punto piu’ rischioso e’ il travertino speriamo si possa ripulire. Sono atti sbagliati, siamo una citta’ fortemente impegnata sull’aspetto ambientale, ma questo non e’ un metodo giusto: non e’ danneggiando patrimonio artistico che si aiuta l’ambiente”. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, arrivato alla Barcaccia, a piazza di Spagna, dopo il blitz dei tre ambientalisti,

“Usare un monumento come sfondo per propagandare le proprie idee, con il risultato però di rischiare di danneggiare, anche seriamente, quello stesso monumento è un atto da ecoidioti. Un gesto insensato che condanno nettamente. I monumenti, infatti, non sono palcoscenici o quinte teatrali, bensì opere delicate che hanno bisogno di essere trattate con attenzione e rispetto”, così l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, “I servizi comunali sono ovviamente già stati allertati, il Decoro, la Polizia Locale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e sono al lavoro per minimizzare il più possibile il danno e identificare i responsabili”, ha concluso.

In passato, i monumenti della capitale sono stati oggetto di altri blitz.

Nel gennaio del 2008, una cascata di 500mila palline di plastica colorate, invase la Scalinata Trinità dei Monti. Nell’ottobre del 2007, invece, toccò alla Fontana di Trevi, che fu riempita di vernice rossa. In nessuno dei due casi, vi sono stati danni ai monumenti. Ma il responsabile di quelle azioni fu identificato e portato a processo. Graziano Cecchini – questo il suo nome – ribattezzato ‘il Tintore di Trevi’ fu condannato per la cascata di palline, con rito abbreviato, a 8 mesi di reclusione. L’accusa era di interruzione di pubblico servizio perché in quella circostanza le 500mila palline impedirono il il passaggio in piazza di Spagna di due bus.

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