Hanno fatto irruzione nella sede della Regione Lazio in via Cristoforo Colombo a Roma occupando l’atrio del palazzo, assiepandosi principalmente sulle scale che portano ai piani superiori e alla presidenza. Così, un centinaio di manifestanti, appartenenti al Coordinamento cittadino lotta per la casa, sono tornati a protestare a Roma ed in particolare nella sede della Regione Lazio. Questa mattina alle 11 sono entrati scavalcando tornelli e misure di sicurezza, portando all’interno del palazzo striscioni, megafoni, palloncini colorati, ma soprattutto la loro protesta rivendicata al grido “ora le case”. Per circa due ore hanno occupato gli ambienti mentre le trattative con le forze dell’ordine, intervenute sul posto, sono andate avanti fino a poco prima delle 14 quando, i manifestanti, lasciando inascoltato l’invito ad uscire, sono stati presi di peso e portati all’esterno.
Pochi attimi di tensione, gestiti dalla questura, ma alle 14 la struttura è stata liberata non solo dai manifestanti, ma anche dai palloncini colorati e gonfiati con elio, che servivano per mantenere sospesi gli striscioni. Spenta la protesta è divampata la polemica politica tra chi condanna il gesto e chi solidarizza con i manifestanti. Il primo a intervenire è stato il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che a margine della seduta del Consiglio regionale ha detto: “Mi mette molta amarezza, perché si usa la violenza e la prepotenza come metodo politico. Zero spazio di dialogo con i violenti, perché non è che l’occupazione” che si è verificata alla Cgil da parte dei No vax e Forza Nuova “vale di più di quella della Regione”. “Questo modo non lo posso accettare per avviare un dialogo su una situazione, quella della casa, che è oggettivamente un problema a Roma e nel Lazio – ha aggiunto Rocca -. Abbiamo ereditato anni di mancati investimenti, di tolleranza alle prepotenze e alle occupazioni abusive a danno delle graduatorie e di chi aveva diritto. Stiamo lavorando per ripristinare la legalità, sgomberando le case Ater occupate abusivamente. Credo che chiunque abbia a cuore la democrazia debba salvaguardare il principio delle graduatorie e vigilare in maniera corretta su quel che è il diritto alla casa, soprattutto per le famiglie più fragili”.
All’accostamento dei fatti odierni a quelli del 9 ottobre 2021 ha risposto la Cgil di Roma e del Lazio definendo il paragone “forzato, strumentale e pericoloso. Le istituzioni, in questa fase di forte sofferenza sociale, – spiegano dal sindacato – si adoperino nel dare risposte ai bisogni delle persone, anziché confondere il legittimo diritto alla protesta per un diritto fondamentale, come quello all’abitare, con l’attacco fascista e squadrista contro la nostra sede, su cui sono aperti procedimenti giudiziari finalizzati a chiarire le responsabilità. È necessario, inoltre, che le istituzioni s’impegnino sempre nel costruire dei percorsi condivisi e nel tenere aperto il dialogo, soprattutto davanti alle proteste, per disinnescare le tensioni e risolvere i problemi”.