"I programmi di sviluppo rurale non funzionano, ho fatto un investimento in azienda di 6mila piante d'oliva e i cinghiali me le hanno completamente devastate", spiega un delegato della Coldiretti
Bandiere e cappellini gialli, cartelloni, campanacci e un trattore: è iniziata così la protesta degli agricoltori di Coldiretti davanti la sede della Regione Lazio a Roma. In centinaia stanno manifestando, sostenendo l’assenza di misure a sostegno dell’agricoltura e un mancato confronto con l’assessore regionale all’Agricoltura e Bilancio, Giancarlo Righini.
“I cinghiali continuano a scorrazzare indisturbati per le nostre campagne. Basta” e “Abbiamo perso 250mila pecore in quattro anni per colpa dei lupi”, si legge su alcuni cartelloni retti dagli agricoltori in piazza. “Ieri abbiamo visto un comunicato distensivo dei capi della maggioranza, vediamo se possiamo tradurre la buona volontà in azioni.
Oggi ci aspettiamo di essere ricevuti, noi dormiremo qui per giorni con tende e camper finché non avremo una soluzione concreta”, ha detto il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. Il nodo centrale della protesta riguarda la crisi del settore di tutte le filiere: “Sono mesi che la nostra categoria soffre per una serie di ragioni, abbiamo allevatori che dormono in macchina perché i lupi sbranano tutto. La prima riunione delle rappresentanze in 20 mesi è stata fatta solo ieri”, ha sottolineato Granieri.
“Stiamo protestando non solo per la fauna selvatica ma per tutta una serie di problematiche – ha affermato la delegata di Coldiretti Giovani Impresa, Camilla Petrucci -. I programmi di sviluppo rurale non funzionano, ho fatto un investimento in azienda di 6mila piante d’oliva e i cinghiali me le hanno completamente devastate”, ha concluso.