Categorie: Cronaca

Roma: i Pro Vita contro il liceo Albertelli, stop alla carriera alias

D'Elia (Pd), diffida Provita carriere alias atto ostile

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«Stop alla carriera alias a scuola o scatta la denuncia». Nei giorni scorsi, scrive La Repubblica,  il movimento ultraconservatore Pro Vita & Famiglia Onlus e l’associazione Generazione Famiglia hanno inviato una lettera al liceo classico Albertelli chiedendo al preside Antonio Volpe di «disapplicare e comunque fare tutto quanto è in suo potere per ottenere l’annullamento del regolamento scolastico avente per oggetto la cosiddetta carriera alias», cioè il profilo temporaneo che consente a studenti e studentesse in fase di transizione di genere di modificare il nome anagrafico con quello di elezione nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola aventi valore non ufficiale.

“C’e’ una verita’ che le organizzazioni come Provita devono accettare: quella dell’esistenza delle persone non binarie e delle persone trans. Una incontrovertibile realta’ che anche la recentissima sentenza 143/24 della Corte Costituzionale riconosce, non solo auspicando un intervento del legislatore per regolarla, ma facendo esplicito riferimento alla pratica delle carriere alias nelle scuole, come strumento positivo per permettere alle studentesse e agli studenti di assumere elettivamente, ai fini amministrativi interni, un’identita’ coerente al genere percepito. Per tutto questo l’iniziativa di diffida ai danni della scuola Albertelli avanzata dall’organizzazione conservatrice e’ ideologica e discriminatoria. In quella scuola, infatti, come in tanti altri istituti d’Italia, e progressivamente in tante altre realta’ istituzionali, la carriera alias garantisce il diritto alla salute e allo studio delle persone trans, quelle che maggiormente sono esposte a discriminazione. La scuola, percio’, luogo per eccellenza dell’inclusione, del dialogo e del contrasto alle differenze, e’ dunque quello deputato a consentire ad ogni persona di definirsi con l’identita’ scelta. E’ una pratica di giustizia. Se ne facciano una ragione, sul terreno dei diritti e delle liberta’ non consentiremo passi indietro”. Lo dice la senatrice Cecilia D’Elia, capogruppo in Commissione, scuola, istruzione pubblica.

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