La settimana scorsa il Lazio è entrato in zona bianca. Una misura che è stata accompagnata da importanti novità, come la cessazione del coprifuoco e la conseguente esplosione della movida cittadina. Dal 28 giugno, inoltre, verrà meno anche l’obbligo di indossare le mascherine in pubblico, il che segnerà un ulteriore passo in avanti verso un ritorno allo stile di vita precedente all’esplosione della pandemia da covid-19. C’è un settore dove, tuttavia, molte restrizioni sono rimaste come se ci si trovasse in una situazione pandemica più grave di quella attuale: i trasporti pubblici. La prudenza potrebbe essere dettata dal fatto che i mezzi pubblici restano un potenziale vettore di contagi e che quindi anche le norme che regolano gli accessi debbano essere più prudenti e rigorose rispetto a quelle che regolano – in altri campi – il ritorno alla normalità. Tuttavia questa prudenza genera anche delle situazioni che destano forti perplessità da parte dell’utenza. Un’esperienza emblematica è stata riportata qualche giorno fa sui social da un’utente, che ha raccontato come da un anno a questa parte il collegamento sotterraneo che unisce la linea A e la linea C a San Giovanni sia ancora chiuso. Una misura che costringe gli intende passare da una linea all’altra a uscire e poi rientrare, non il massimo con temperature che sfiorano i 35°:
Ma situazione, tuttavia, è più complessa di quanto non appaia superficialmente. Atac ha spiegato a Radiocolonna che ci sono delle norme nazionali e locali che regolano il trasporto pubblico in questa fase pandemica e che l’azienda non può modificare. Un esempio ulteriore è rappresentato dagli orari della metropolitana durante il fine settimana, ancora fermi alle ultime partenze alle 23,30 sebbene il coprifuoco non ci sia più.