Una rete di 17 società, tutte riconducibili alla stessa persona, e costituita per ottenere illecitamente appalti per la manutenzione delle strade di Roma, per poi andare a risparmio sui lavori, è al centro dell’inchiesta della Guardia di finanza che sta interessando gare pubbliche per oltre 100 milioni di euro. Sono più di 10 le persone finite al centro dell’inchiesta coordinata dalla procura di Roma. Le accuse, a seconda delle posizioni, sono di associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio. Tra gli indagati figurano 4 dipendenti comunali, 1 dipendente di Astral, 2 agenti della polizia stradale e un imprenditore.
Il gruppo, tramite una rete di società, tra le quali La Fenice, Ellepi e Cogefen, “legalmente rappresentate da prestanome”, partecipava alle gare d’appalto e con un “centro decisionale” che redigeva e formulava ogni singola offerta, veicolava il risultato della procedura verso la società di volta in volta prescelta. Il tutto per “conseguire illecitamente contratti d’appalto di lavori di asfaltatura da Roma Capitale e da altri enti pubblici”, che in alcuni casi venivano eseguiti con “modalità fraudolente”.
L’imprenditore 46enne deve rispondere, insieme ad altri, di frode nelle forniture pubbliche. Gli inquirenti indagano sui lavori svolti, ad esempio, in viale della Serenissima, via della Magliana e piazzale De Bosis, che secondo non sarebbero stati svolti adempiendo “agli obblighi contrattuali ivi previsti e ponendo in essere espedienti maliziosi ingannevoli idonei a far apparire l’esecuzione del contratto conforme agli obblighi assunti con particolare riguardo allo spessore del manto di asfalto e alle qualità del materiale impiegato”. Il pubblico ministero ipotizza che l’azione si sia configurata “dolosamente”. Infine, per nascondere le condotte illecite, in fase di collaudo e verifica, l’imprenditore “dava o prometteva a dipendenti pubblici denaro ed altre utilità” affinché “compissero atti contrari ai loro doveri d’ufficio ovvero omettessero l’adozione di atti d’ufficio”.
I militari della guardia di finanza hanno svolto perquisizioni in alcuni uffici comunali e domicili personali, nonché nelle sedi di 17 aziende riconducibili all’imprenditore, 14 delle quali si trovano a Roma, 3 sono invece dislocate a Frascati, a San Cesareo e a Salerno. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati documenti, sia cartacei che informatici. Le perquisizioni dei finanzieri hanno riguardato anche la sede legale e una filiale di un istituto di credito che però non è sottoposto a indagini. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha fatto sapere: “Stiamo seguendo l’indagine con la massima attenzione, con la piena collaborazione e con un senso di gratitudine per il lavoro svolto a tutela della legalità, ma anche con indignazione per la possibilità che delle irregolarità siano state commesse. Al momento non risultano interventi legati al Giubileo” nell’inchiesta, che comunque “non deve sporcare il lavoro straordinario e grandissimo che stiamo svolgendo”.