Il ministero dell’Istruzione tramite l’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha chiesto un approfondimento sulla vicenda relativa al liceo Socrate di Roma nella quale la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti. I banchi infatti sono stati tolti per rispettare il distanziamento – si e’ in attesa dell’arrivo di quelli monoposto – e le gonne troppo corte, secondo la docente, attirerebbero gli sguardi dei professori e dei compagni di sesso maschile. L’osservazione non sarebbe piaciuta pero’ alle studentesse che oggi si sono presentate in massa in gonna ed hanno affisso cartelli di denuncia contro il sessismo .
Intanto le polemiche impazzano sui social anche dopo la pubblicazione della foto delle ragazze con un cartello ‘non è colpa nostra se gli cade l’occhio #stopallaviolenzadigenere”. E su Twitter Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche scrive “evviva le ragazze del Socrate in minigonna. Un gesto semplice per una battaglia fondamentale: la libertà delle donne”.
“La corretta comunicazione a scuola è fondamentale. Suggerire a studentesse e studenti, ma anche agli insegnanti, un abbigliamento adatto al luogo e conforme a codici di comportamento condivisi è assolutamente legittimo”. Lo scrive su Facebook Vittoria Casa, presidente del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio. “Viceversa – aggiunge – è sbagliato chiedere a delle studentesse di non indossare una minigonna perché altrimenti ai professori può cadere l’occhio. Un messaggio fuorviante che sembra giustificare chi per ruolo ed esperienza dovrebbe mantenere sempre autocontrollo e atteggiamenti corretti”. “La vicenda del liceo Socrate di Roma deve farci riflettere. Abbiamo il dovere di comprendere che le parole sono importanti e che spesso la violenza di genere si nasconde in piccoli gesti, radicati nella dialettica quotidiana”, conclude Casa.