Categorie: Cronaca

Roma: rapina in zona Tomba di Nerone, arrestato vigilante per omicidio volontario

Gip: preciso fine omicida, sparati 10 colpi

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E’ stata arrestata la guardia giurata che ha sparato e ucciso un ragazzo di 24 anni durante una rapina avvenuta lo scorso 6 febbraio in via Cassia, in zona Tomba di Nerone, a Roma. Il 55enne, accusato di omicidio volontario, aveva sparato per mettere in fuga 4 ladri che avevano derubato una donna di 63 anni, uccidendone uno. Questa mattina, i carabinieri hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari.

”A. M. ha esploso i colpi all’indirizzo di Antonio Ciurciumel con un preciso fine omicidiario”. Lo scrive il gip Rosalba Liso nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto l’arresto del vigilante che lo scorso 6 febbraio ha ucciso il ventiquattrenne che stava scappando dopo aver compiuto una rapina in un appartamento in via Cassia a Roma. M., ora in carcere, è accusato di omicidio volontario. Per la ricostruzione importanti sono state le immagini acquisite dai carabinieri da una telecamera di video sorveglianza che ha ripreso parte del piazzale dove si sono svolti i fatti. ”L’esito dei fotogrammi sconfessa la versione di M. secondo la quale i colpi sarebbero stati da lui esplosi per difendersi dall’aggressione con la mazza ferrata e successivamente contro la macchina per difendersi da un duplice tentativo di investimento da parte della Mercedes – scrive il gip – Le immagini restituiscono un uomo con un braccio ben teso verso l’obiettivo, lo sparo avviene a breve distanza tra lo sparatore e la vittima e vengono esplosi in totale ben dieci colpi e, si ribadisce, smentiscono totalmente sia l’aggressione con la mazza ferrata sia il doppio tentativo di investimento”. ”A nulla rileva li successivo soccorso prestato alla vittima – si legge- atteso che M., al fine di gestire la tragica situazione in modo ‘riservato’ anziché chiamare immediatamente i soccorsi e l’ambulanza, chiamava il medico del condominio, di sua conoscenza, cui raccontava una personale narrazione degli eventi e si premurava di chiamare un avvocato. Pertanto – sottolinea il gip- dev’essere esclusa, preliminarmente e con argomentazioni valevoli per ciascuno dei tre capi d’imputazione, la presenza di qualsiasi forma di legittima difesa”.

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