Spunta ipotesi primarie. E Pacetti (M5S), risponde ironico: “Aspettiamo la prossima puntata di #SalviniChiacchierone e il candidato sindaco senza nome"
Dopo la schiacciante vittoria in Umbria, il centrodestra inizia ad affilare le armi per vincere anche nella Capitale. E, come capita sempre più spesso di recente, è il leader della Lega, Matteo Salvini, a lanciare per primo la sfida: “Per fare il sindaco di Roma in maniera più efficace rispetto sia a Marino che alla Raggi qualche idea in mente ce l’ho, ma non posso fare nomi perché non sarebbe rispettoso nei confronti dei romani – rivela a Rtl 102.5 -. Prima li aspetto a firmare per mandare a casa Raggi e poi ricostruiamo questa splendida città che è non gestita, sporca, caotica come non l’ho vista mai”.
Dal Campidoglio, a strettissimo giro, risponde il capogruppo del M5s Giuliano Pacetti, che dai suoi social ironizza postando una foto del noto gioco da tavolo ‘Indovina Chi’: “È Gildo! Matteo Salvini dice che ha un candidato sindaco per Roma ma il nome non lo può dire…. Ha il cappello? Ha la barba? Chi è su Matteo, diccelo! Guarda che Babbo Natale non è disponibile. Aspettiamo la prossima puntata di #SalviniChiacchierone e il candidato sindaco senza nome”.
Per Salvini, che anche domani proseguirà il suo ‘tour’ per la città, è “un dovere morale offrire un’altra scelta a romani. Chi la dura la vince! Se Raggi si ricandidasse? Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”, incalza. Ma sul nome del candidato sindaco, l’ex ministro dell’Interno – intervistato in serata anche da Radio Radio – non si sbilancia: “Si stanno facendo avanti tante persone, non serve solo il nome, serve la squadra”. Se nella riflessione che si sta aprendo nel centrodestra romano (Lega-FdI e FI) spunta anche l’ipotesi di affidare l’ardua scelta alle primarie, il leader del Carroccio preferirebbe subito “un nome condiviso da tutta la coalizione. In questo caso – dice – si potrebbe anche fare a meno delle primarie”. Ma l’accordo – che, a questo punto, si potrebbe chiudere più agevolmente su un profilo civico e ‘terzo’ – è ancora tutto da tessere e, inevitabilmente, sarà condizionato dalle dinamiche nazionali e regionali.
Fratelli d’Italia, infatti, da sempre rivendica la sua presenza a Roma e ambirebbe a dettare la linea con un suo rappresentante (dopo il passo indietro di Giorgia Meloni, già circolano i nomi del parlamentare romano Fabio Rampelli o del capogruppo comunale Andrea De Priamo). Ma Salvini sottolinea il peso del suo partito anche nella Capitale: “Con la Lega primo partito in provincia di Roma, mi sembra che – ovviamente facendo squadra – abbiamo qualche responsabilità in più nella buona scelta…con la forza di non aver mai amministrato a Roma e di poter partire ex novo con idee nuove e persone nuove”.
Quindi, su un eventuale ripensamento di Meloni nella corsa al Campidoglio, il leader del Carroccio taglia corto: “Mi sembra che l’abbia già fatto e che non abbia particolare intenzione di rifarlo, mi sembra giusto e rispettoso guardare altrove”. Insomma, non è affatto detto che, alla fine, a correre per il Campidoglio, non sia proprio un esponente della Lega.
In questi ambienti c’è chi non rinuncia all’idea di candidare Giulia Bongiorno, nonostante le chiusure arrivate da più parti, o Barbara Saltamartini, sebbene di recente il suo impegno si sia spostato dalla Capitale all’Umbria. Tra i rumors di giornata anche il nome di Alfredo Mantovano, politico e magistrato che ricoprì la carica di sottosegretario agli Interni nel governo Berlusconi.