Gli studenti si uniscono allo sciopero generale di domani venerdì 17 settembre indetto da Cgil e Uil, che dopo la precettazione del ministro Matteo Salvini è stato ridotto da 8 a 4 ore.
“Le battaglie e le ragioni di lavoratrici e lavoratori, studentesse e studenti, in occasione dello sciopero del 17 novembre e della giornata di mobilitazione internazionale degli studenti, si fonderanno in una stessa data. Infatti – si legga in una nota di Flc Cgil – a poco più di un anno dall’insediamento del ministro Valditara e alla luce degli insufficienti stanziamenti nella legge di bilancio per il contratto e agli assenti fondi per il diritto allo studio, l’idea di scuola del governo appare sempre più povera, divisa e precaria. Riforme come l’autonomia differenziata, il dimensionamento scolastico con il taglio di quasi 900 istituti, l’alto tasso di lavoro precario, le riforme della condotta e della filiera tecnico professionale, rischiano di rendere la scuola un moltiplicatore di disuguaglianze, subordinato alle logiche del mondo delle aziende e dei privati. Per tutti questi motivi le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza si fermeranno il 17 novembre per lo sciopero nazionale e scenderanno in piazza con studenti e studentesse”.
“Scendiamo in piazza il 17 novembre per portare all’attenzione della politica e del Paese tutto le richieste del manifesto nazionale I diritti non si meritano, frutto di momenti assembleari e di confronto tra gli studenti di tutto il Paese”, aggiunge Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione Degli Studenti.
Per la Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola ribadisce: “Ogni giorno il futuro della nostra generazione diventa sempre più precario. Vediamo avanzare la crisi climatica e conflitti globali, e lo spazio per noi è pari a zero: veniamo educati ad un lavoro povero e precario, mancano fondi per garantire la tutela del benessere psicologico nella sanità pubblica e il diritto allo studio è di fatto negato. Non resteremo a guardare in silenzio mentre il Governo disinveste nei giovani”.