Germania, Francia, Portogallo, Romania e Malta hanno dato la disponibilità ad accogliere una quota dei migranti fermi da cinque notti al largo di Siracusa. Dovrebbe quindi essere imminente lo sbarco delle 47 persone a bordo della Sea Watch. Si attende solo che venga formalizzato l’accordo con gli altri Paesi europei per poter dire chiusa (almeno temporaneamente) la vicenda.
Ma il vertice di ieri notte a Palazzo Chigi, tra il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non sembra invece aver trovato soluzione per l’altro problema – questa volta di politica strettamente interna – che il governo giallo-verde è chiamato ad affrontare: il voto in Giunta delle Immunità al Senato sul ministro dell’Interno per il caso Diciotti.
Oggi si darà il via all’esame della domanda d’autorizzazione a procedere contro Salvini, dopo che ieri il premier Conte si è assunto la responsabilità politica della gestione dello sbarco.
A nome della Lega, dopo la lettera di ieri al Corriere della Sera, nella quale Salvini spiegava le ragioni per le quali vada negata l’autorizzazione, a parlare oggi è invece il governatore del Friuli Venezie Giulia, Massimiliano Fedriga.
“Dal mio punto di vista c’è da rimettere in discussione tutto”, ha detto in un’intervista a Radio anch’io, rispondendo alla domanda se il governo cada nel caso in cui M5s voti sì all’autorizzazione a procedere. “Bisogna capire se il Parlamento condivide le politiche del Governo, non solo di Salvini. Se così non fosse, è chiaro che bisognerebbe fare una seria riflessione”
Malumori anche nel movimento Cinquestelle, diviso fra il sostegno all’alleato e la fedeltà alla linea del sì.