A Roma il Partito democratico continua a chiedere le dimissioni di Marcello De Angelis e insieme alle opposizioni del centrosinistra chiede la convocazione di una seduta straordinaria del consiglio regionale. Bandiere e megafoni alla mano questa mattina una cinquantina di esponenti del partito si sono dati appuntamento sotto la Regione Lazio per protestare contro la decisione del presidente Francesco Rocca di non sospendere dal suo incarico di capo della comunicazione Marcello De Angelis dopo le polemiche attorno alle sue dichiarazioni sulla strage di Bologna. In prima fila a stringere il lungo striscione bianco c’erano il segretario romano del Pd, Enzo Foschi, e il segretario regionale del partito, Daniele Leodori. “Mi sembra una cosa incredibile che ancora non si sia dimesso”, ha spiegato Foschi. Le affermazioni di De Angelis “sono di una gravità inaudita e ricordiamo che lui non è un passante ma è il portavoce della Regione Lazio e ricopre un ruolo istituzionale – ha proseguito -. Ci vergogniamo di essere rappresentati da un’istituzione che non è in grado di capire la gravità delle affermazioni che sono state fatte”.
Le polemiche da parte del centrosinistra si erano sollevate già nei giorni scorsi, subito dopo la pubblicazione del messaggio sui social. Ieri, poi, è arrivato l’incontro tra Rocca e il suo capo della comunicazione. “Dopo lunghe riflessioni e un attento e sincero confronto ho deciso di non revocargli la fiducia”, ha spiegato ieri Rocca. E nel frattempo De Angelis ha avanzato le sue scuse su Facebook. Ma le scuse di De Angelis “sono rivolte più all’interno del suo schieramento politico che ai familiari delle vittime: ci sembra un atteggiamento non sostenibile per chi oggi rappresenta le istituzioni”, ha sottolineato nel corso del presidio Leodori. Le affermazioni di De Angelis “sono inaccettabili” e alludono a un “revisionismo storico su una sentenza passata in giudicato e chiara”, ha aggiunto il segretario del Pd del Lazio. E per quanto riguarda “il silenzio della premier Meloni – ha concluso Foschi – lo valuto per quello che significa: la presidente nella sua dichiarazione non ha detto che la strage di bologna era di matrice fascista. Il suo silenzio e la sua ambiguità dimostrano che il rischio di un governo che voglia riscrivere la storia d’Italia, bypassando la certezza delle sentenze passante in giudicato, è grande”.