Nota dei sindacati della categoria: il ritorno agli orari nomali mette in pericolo chi lavora nei negozi
È una nota durissima quella rilasciata in questi giorni da Filcams Cgil Roma e Lazio, la federazione sindacale che rappresenta tanti lavoratori attivi nel settore del commercio, del turismo e dei servizi. Al centro della bufera la decisione della Regione Lazio di ripristinare gli orari dei supermercati consueti dei supermarket a partire da lunedì 4 maggio, data di avvio della Fase 2 dell’emergenza Covid su tutto il territorio nazionale. Nuovi orari che, a livello di chiusura, si potranno protrarre sino alle 21,30. Per la Filcams Cgil è una decisione scellerata per varie ragioni, in primis per la sicurezza del lavoratori in base ai servizi pubblici attivi nelle città italiane. Secondo il sindacato, questi orari potrebbero creare dei problemi alle lavoratrici e ai lavoratori che dovranno tornare a casa, di sera, con i mezzi pubblici.
Un altro problema riguarda la sanificazione degli ambienti dopo la giornata lavorativa: se si stacca alle 21,30 – è il senso della critica – come si fa a garantire una sanificazione opportuna dell’esercizio commerciale senza arrivare a un’ora eccessivamente tarda?
I sindacati di cassiere, dipendenti dei supermercati e di tanti altri lavoratori del commercio se la prendono soprattutto con la Regione Lazio, che ha giustificato la scelta confidando nel buon senso degli esercenti che non avrebbero, a suo dire, protratto gli orari di chiusura oltre le 20-20,30. Ma nel mirino ci sono anche i datori di lavoro. “Sollecitate per avere conferma, le Associazioni Datoriali non solo non hanno potuto e voluto offrire alcuna garanzia per conto delle aziende rappresentate ma, in un caso specifico – quello di Federdistribuzione – hanno
rivendicato con arroganza il “diritto a non discutere affatto di orari commerciali” e la titolarità a determinarli liberamente e senza vincoli, non escludendo il ritorno a chiusure collocate oltre le ore 22, o addirittura il ritorno alregime dell’H24” è lo sfogo di Filcams.
La Fase 2, almeno nel commercio, non inizia sotto i migliori auspici.