Tiburtina, sgombrati migranti Baobab. “Buttate via le coperte”

E' il 28esimo sgombero. Intervento di Ama, vigili e polizia. In tre anni assistiti 80mila migranti, costretti in strada

In una Roma con temperature fredde dove muoiono i clochard va in scena l’ennesimo sgombero, il 28°, dei migranti assistiti dai volontari di Baobab. Un presidio mobile che in tre anni ha accolto quasi 80mila migranti. E, con una modalità che ricorda il caso del vicesindaco di Trieste che ha gettato nella spazzatura le coperte di un clochard, i volontari denunciano: “la municipalizzata per i rifiuti ha gettato le coperte dei migranti”. “A Roma si muore di freddo, 9 senzatetto sono morti nei giorni scorsi – spiegano dal presidio – ma le municipalizzate si impegnano per gettare via le coperte di chi è costretto a vivere in strada”.

Due settimane fa i volontari di Baobab avevano rivolto ai romani un appello a portare coperte e abiti pesanti per i migranti in transito che arrivano a Roma. Coperte che oggi sono state buttate. Il primo sgombero di Baobab risale al 2016 quando i migranti e i volontari erano nel centro di accoglienza di via Cupa. L’intervento scattò a causa del “repentino deterioramento delle condizioni sanitarie che di sicurezza” spiegò la Questura. Da quel momento i migranti finirono per strada, in tende, in un infinito vagabondare e confortati anche da una gara di beneficienza tra i romani. Con la fine dell’esperienza di via Cupa il presidio umanitario del Baobab si spostò in strada, a poche centinaia di metri con una tendopoli alle spalle della stazione Tiburtina.

Il piazzale fu intitolato a Maslax Mohamed un ragazzo somalo di 19 anni che, transitato per Baobab nell’agosto del 2016, riuscì a raggiungere il Belgio ma fu rispedito indietro (era un ‘dublinante’ per cui la domanda d’asilo doveva farla nel primo paese d’ingresso, ndr) e finì in un centro di accoglienza vicino Roma per poi suicidarsi a marzo. In tutti questi anni non è stata trovata una soluzione. Tra i progetti che il Baobab aveva proposto anche quello di spostare l’accoglienza all’interno dell’ex istituto ittiogenico, un palazzo abbandonato in zona Tiburtina ma l’idea nel 2015 poi si arenò. Ancora per il Baobab l’unica alternativa alla strada appare lo sgombero. Oggi, col freddo, il 28esimo.

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