Tragedia a Cassino: camion sbanda su A1 e investe operaio mentre lavora

muore 39enne. Cgil Lazio e Cgil Campania: 90 vittime da inizio anno in Regione

Un operaio di 39 anni che stava effettuando lavori di manutenzione sul tratto autostradale Roma Napoli è morto investito da un camion nel territorio di Cassino. La tragedia sul lavoro si è consumata alle 10 circa di questa mattina quando il 39enne era impegnato in un lavoro di consolidamento sulla corsia sud poco prima del casello autostradale di Cassino. Per cause ancora al vaglio degli agenti della polizia stradale, il conducente di un camion ha perso il controllo del mezzo e lo ha travolto uccidendolo. Il tratto autostradale è tristemente noto per incidenti di questo genere. La procura di Cassino sta valutando la posizione del conducente del mezzo.

I segretari generali di Cgil Roma e Lazio e Cgil Napoli e Campania, Natale Di Cola e Nicola Ricci: “Sono ormai quasi 90 le persone che hanno perso la vita mentre svolgevano il proprio lavoro nel Lazio, 17 in più rispetto lo scorso anno” dichiara Di Cola. “L’incremento più alto registrato in Italia, che fa del Lazio la regione in cui è diventato più pericoloso lavorare, soprattutto per chi opera in strada. Il Lazio, infatti, è anche maglia nera per tasso di mortalità sulle strade: 6,0 contro la media nazionale del 5,2. Alle istituzioni chiediamo di fare la loro parte, a partire dalla Regione Lazio che deve rafforzare l’attività ispettiva e preventiva. Nell’esprimere il cordoglio e la vicinanza ai familiari del lavoratore che ha perso la vita e nell’attesa che si accerti la dinamica dei fatti – dichiara Ricci – evidenziamo come ancora una volta è proprio nella catena degli appalti e dei subappalti che si muore sul lavoro. Con la vittima di oggi e quella di ieri a Calenzano, sono più di 70 i lavoratori campani vittime di incidenti sul lavoro. Nel mentre, il Governo, anziché intervenire per fermare la strage, pensa di modificare il codice degli appalti facendo venire meno la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro, favorendo il dumping, la concorrenza sleale, la riduzione dei salari e delle tutele in salute e sicurezza. Oltre a ridurre la trasparenza e la legalità. Sono scelte – concludono i due sindacalisti – che andranno a colpire le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare nonché le imprese serie. Ci mobiliteremo per fermarle”.

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