Salta il sit-in a San Giovanni per la protesta dei trattori. Alla fine hanno prevalso le divisioni tra i diversi gruppi della protesta che, come abbiamo scritto, non ha un unico leader.
L’ipotesi sostitutiva è quella di un corteo di 400 mezzi per un parte del Gra. Intanto alle 10:00, dal presidio di via Nomentana partiranno quattro trattori, scortato dalle forze dell’ordine, che sfileranno nel centro di Roma. Alla fine hanno prevalso le divisioni tra i diversi gruppi della protesta che, come abbiamo scritto, non ha un unico leader.
A sfilarsi sono stati gli organizzatori di Riscatto Agricolo, che hanno dato il via al presidio di via Nomentana, ai quali la questura aveva dato l’autorizzazione per il sit-in in piazza San Giovanni con dieci trattori e un massimo di 1.500 persone al presidio. Hanno preferito, dicono, anche in vista del possibile incontro il governo previsto domani, sabato 10 febbraio, ridimensionare la protesta.
Un’idea che non è piaciuta al Comitati riuniti agricoli (Cra) che animano, alle porte della Capitale, altri presidi della protesta (Formello, Albano Laziale e Torrimpietra). Ieri Sandro Sacavazza, uno dei coordinatori di Cra, ha detto che era necessario “aspettare l’arrivo di tutti gli agricoltori che devono venire da fuori. Pensiamo di essere pronti non prima di lunedì quando decideremo la data della manifestazione che, a quel punto, potrà essere definita veramente nazionale”. Scavazza ha aggiunto che “è impensabile farla con i trattori in centro a Roma. Saremo migliaia ma va fatta a piedi e con una sola rappresentanza di mezzi agricoli”. Tra le richieste che avanzano ce ne è una in particolare: “Chiediamo l’azzeramento dei patti stipulati con produttori agricoli stranieri. Chi porta merce in Italia deve avere i nostri stessi diritti ma anche i nostri stessi doveri. Fatto questo – aggiunge- noi agricoltori e allevatori italiani non avremo bisogno di alcun sussidio”.
Nei presidi del Lazio non si vedono le bandiere delle associazioni di categoria – Coldiretti, Confagricoltura, Cia. Agricoltori in protesta e associazioni, per ora, si ignorano a vicenda: i primi non ne parlano, i secondi si limitano a dire “abbiamo scelto, invece della piazza, un confronto istituzionale”.
I presidi nelle altre province del Lazio, così come le altre regioni, si dividono tra il gruppo di Nomentana e quello del Cra. Orte oggi porta circa 60 trattori a Formello (Cra); da Anagni ne partono 30 per la Nomentana. Cassino aspetta lunedì la decisione di Cra.