“Come fanno queste persone a sapere sempre quando viene aperto un centro di accoglienza o quando, legittimamente, viene assegnata una casa popolare a degli stranieri?”, monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma, guarda con preoccupazione a quanto successo ieri al Trullo.
Secondo quanto si e’ appreso, alcuni militanti del movimento di destra Forza Nuova si sarebbero opposti allo sgombero della famiglia di italiani che occupava l’appartamento e avrebbero sbarrato l’ingresso ai nuovi assegnatari, degli italiani di origine eritrea. Ne sono nate tensioni con le forze dell’ordine sfociate negli scontri e infine negli arresti. Arrestato anche il leader di Fn Giovanni Castellino.
“Serve una reazione della società civile, perché non possiamo essere ostaggio di questo manipolo di persone. Roma ha gli anticorpi per dire no a queste forme di sopruso”, sottolinea Feroci. Sulla stessa linea la sindaca Virginia Raggi, convinta che “Roma non farà mai nessun passo indietro davanti alla violenza neofascista: e’ inaccettabile e siamo vicini alla famiglia aggredita e agli agenti feriti”. Eppure, quanto avvenuto al Trullo dimostra che fatti di intolleranza di questo tipo continuano a succedere.
In passato c’è andata di mezzo anche la stessa Caritas romana, che, poco prima dell’estate, stava fornendo la sua collaborazione per l’apertura di un centro Sprar a Porto Santa Rufina. Anche in quel caso Forza Nuova si oppose e la tensione salì al massimo.
Ci sono andati di mezzo i poliziotti (uno è stato ricoverato in codice rosso per una ferita al volto) e i manifestanti. Una guerra tra al Trullo poveri che ancora una volta è sfuggita di mano.