Vaticano, tra Milone ed eresie tempi difficili per il Papa

Si rafforza la fronda anti Bergoglio, le riforme non piacciono a uno sparuto ma agguerrito gruppo

Ieri è stato tutto un fiorire di riunioni in Vaticano dopo l’intervista dell’ex revisore dei conti della Santa Sede Libero Milone e la lettera dei sessanta che accusavano Papa Francesco di eresia. Fatti avvenuti a pochi giorni dalle nuove notizie, non confermate, sul caso Orlandi. 

Su Milone si è deciso di seguire la via già scelta domenica, dunque accusare l’esperto contabile scelto da Francesco di aver abusato dei suoi poteri. In sostanza, avrebbe tradito la fiducia accordatagli dallo stesso pontefice.

Per la lettera dei sessanta, visitabile sul sito www.correctiofilialis.org si è deciso che essa non potesse essere firmata da chi lavora e vive in Vaticano. Una soluzione che è una foglia di fico, visto che oggi è possibile accedere a questi documenti da qualsiasi cellulare o tablet con una connessione 4G.

Al di là dei due fatti accaduti a poche di distanza l’una dall’altra, è evidente che in Vaticano non perde forza la fronda anti Bergoglio. Le riforme delle finanze, della Curia, del settore media, le sue aperture ai divorziati risposati non piacciono, hanno mosso tutta una serie di equilibri che si erano affastellati da almeno di una ventina di anni a questa parte. Gli ultimi 5-6 anni di Wojtyla e il pontificato di Ratzinger hanno visto consolidarsi rendite di posizione che miravano ad acquisire benefici economici. I settori più conservatori, poi, stanno tendando di reagire, sopratutto dopo la pubblicazione dell’enciclica Amoris Laetitia.

In realtà, non tutte le scelte sono state azzeccate. Le finanze vaticane sembrano un terreno scivoloso. Ma è tutto il maxi-dicastero della Segreteria per l’Economia, le cui competenze sono state pur ridimensionate dal Papa, rispetto alle premesse, dopo un braccio di ferro con la Segreteria di Stato che ha coinvolto anche l’Apsa (che ha mantenuto la gestione di beni mobili e immobili), a risultare ancora decapitato, dopo che, appena dieci giorni dopo le dimissioni di Milone, il cardinale Pell è stato accusato in Australia di abusi su minori e il papa gli ha concesso un periodo di “congedo” per andare a difendersi nel processo.

Dalla sua parte però Francesco ha tantissimi fedeli, e questo è quello che per lui conta.

 

 

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