Questa mattina folla di italiane e straniere davanti al Pantheon unite contro ogni forma di razzismo
La Women’s March di Washington è appena iniziata, quella di Roma (Women’s March Rome) si è conclusa alle 14. La marcia delle donne contro ogni genere di discriminazione e contro Donald Trump. Le piazze hanno però bandito gli slogan contro il 45esimo presidente degli Stati Uniti appena eletto. Ben 673 le marce “sorelle” in tutto il mondo dall’Antartide passando per Aruba, Australia fino allo Zambia e al Zimbabwe. La Women’s March in Italia si è tenuta a Roma, Firenze e Milano.
La marcia romana come quella di Washington e le altre 671 ha visto la partecipazione di un folto gruppo di donne, uomini, bambine, tutti rigorosamente con un cartello o più da condividere. “Stiamo insieme in solidarietà con i nostri partner e bambini per proteggere i nostri diritti, la nostra sicurezza, salute e le nostre famiglie – riconoscendo che le nostre comunità vibranti e diverse sono una forza per il nostro paese. La retorica della scorsa tornata elettorale ha insultato, demonizzato e minacciato molti di noi: donne, immigrati di tutti gli status, tutti con diverse religioni in particolare i musulmani, persone che si identificato come LGBTQIA, nativi e indigeni, gente di colore, disabili, chi è più povero economicamente e chi è sopravvissuto a un’aggressione sessuale. Ci chiediamo come andare avanti per affrontare l’attenzione e la paura a livello nazionale e internazionale. Nello spirito della democrazia e onorando i diritti umani, la dignità, la giustizia che sono arrivate prima di noi, ci uniamo nella diversità per mostrare la nostra presenza in numeri troppo grandi da ignorare. Chiamiamo tutti coloro i quali vogliano difendere i diritti umani a unirsi a noi”.
La comunità americana, internazionale e romana ha manifestato in piazza della Rotonda con striscioni e cartelli pacifichi: “Ci potete seppellire, ma noi siamo semi”, “Pussy grabs back” riprendendo una delle scene più assurde di Trump, Gioconde, “Costruiamo ponti e non muri” e moltissime immagini della campagna We The People, che riprende il preambolo della Costituzione Americana, realizzata dall’artista di strada Shepard Fairley.
La Women’s March Rome si è volta con slogan scanditi in italiano e inglese, fra abbracci, sorrisi e canti di pace intonati (Give Peace A Chance o We Shall Overcome) e si è conclusa con la poesia di Maya Angelou, Still I Rise, Ancora mi solleverò.